Vaccini e Green pass: pronto soccorso in crisi

I pochi medici rimasti fanno turni doppi e tripli, ne mancano sei in organico. L’assessore Quaglieri va in pressing su Acquaroli

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Dopo la defezione del sesto medico, quello che, non vaccinato si è autodenunciato, la situazione al pronto soccorso del Carlo Urbani è davvero al limite. I pochi medici che restano in servizio fanno turni doppi e tripli, con sacrifici importanti e anche una stanchezza accumulata che non dovrebbe esserci per chi svolge una professione così delicata. Va in pressing sull’assessore regionale Filippo Saltamartini e sul governatore Francesco Acquaroli l’assessora alla Salute Marialuisa Quaglieri: "La Regione nei giorni scorsi è venuta a Jesi per raccogliere le istanze del territorio sul nuovo piano socio sanitario. Come Comune ma anche gli stessi primari hanno rappresentato il problema degli organici e la Regione si è impegnata ad intervenire. Lo ha fatto anche per il pronto soccorso dove ora la situazione si è aggravata. E’ necessario intervenire al più presto per rimuovere le criticità. Mancano i medici è vero ma una soluzione va individuata anche a livello di governo centrale". Non mancano le proteste dell’utenza e c’è chi se la prende anche con il personale sanitario che lavora sopra le forze. Così non sono infrequenti nervi tesi e situazioni al limite della civiltà. Ma sul fronte del personale sanitario non vaccinato e sui relativi controlli ad intervenire è anche Pasquale Liguori per il tribunale del malato: "In questi giorni stiamo assistendo nel nostro ospedale ad una situazione davvero assurda: mentre i pazienti sono alle prese con liste di attesa sempre più lunghe per interventi ed esami la direzione è costretta a far intervenire i carabinieri per quegli operatori che si rifiutano di esibire o che non hanno il green pass. Tutto ciò ha del paradossale e a nostro avviso, nasce dalla mancata applicazione del disegno di legge 44 del 2021 che prevedeva l’obbligo vaccinale per tutti gli operatori sanitari, cosa che avrebbe evitato oggi inutili controlli, peraltro solo a campione. Stiamo assistendo a uno scaricabarile da parte della direzione generale che delega i direttori dei reparti a fare i controlli del green pass e in qualche caso i medesimi delegano a loro volta i coordinatori infermieristici. Ma la legge indica anche i tempi tecnici molto stretti entro cui la Regione deve verificare lo stato vaccinale dei soggetti segnalando alle Asur di competenza i nominativi dei soggetti ancora non vaccinati. Se non viene prodotta certificazione di avvenuta vaccinazione la legge prevede la sospensione del personale sanitario. Perché a 6 mesi dall’entrata in vigore di quella legge, oggi facciamo controlli a campione sui green pass quando le Istituzioni preposte avrebbero dovuto sapere chi è vaccinato e chi no? Forse per il timore di dover sguarnire i reparti? Di chi è la responsabiltà di aver continuato a far operare non vaccinati nelle unità operative, mentre per i pazienti e per i loro familiari si applicavano norme rigide anti Covid?".