Ancona, ecco lo yacht più grande nel mare del Giappone

Il varo dello splendido Agora III, realizzato nel cantiere Isa del Gruppo Palumbo e varato martedì alla presenza dell’armatore, un ricco industriale nipponico

Un frame del video del varo

Un frame del video del varo

Ancona, 20 febbraio - Lo yacht più grande in circolazione nei mari del Giappone ha l’anima, e non solo quella, anconetana. Si tratta dello splendido Agora III, realizzato nel cantiere Isa del Gruppo Palumbo e varato ieri alla presenza dell’armatore, un ricco industriale nipponico che produce 8 milioni di uova al giorno. Un prototipo realizzato a tempo di record: contratto firmato alla fine del 2017, barca consegnata entro febbraio 2019 ad un buon prezzo, 19 milioni di euro.

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Ieri una festa in famiglia nel cantiere di via Mattei, alla presenza dell’armatore e della sua famiglia: «Torneremo presto ad Ancona per goderci la città - racconta il ricco industriale del Sol Levante -, la città molto bella, accogliente, la sua gente tranquilla, rilassata e il modo di lavorare visto qui è unico. Il livello è molto alto e io che amo il design ho apprezzato tutto il pacchetto». L’armatore giapponese, con base a Hiroshima, paga anche lo scotto di una pessima esperienza vissuta nella realizzazione della sua seconda barca, costruita in un cantiere cinese: «Le cose non sono andate bene in quel caso - aggiunge Luca Dini, architetto di grande fama e curatore dell’intero progetto Agora III come di quello precedente e di altre esperienze - L’armatore mi ha chiamato un giorno affidandomi l’incarico di trovare il posto giusto per realizzare la ‘sua’ vera barca. All’età di 83 anni voleva il massimo entro un tempo breve. Assieme a lui abbiamo girato diverse nazioni, Italia compresa, dove abbiamo visitato alcuni cantieri. In alcuni casi ci hanno sottovalutato, non hanno preso sul serio la potenzialità dell’armatore. Appena siamo venuti qui nel cantiere Isa ci siamo sentiti a casa nostra. È stato amore a prima vista. Questa barca coniuga la sobrietà giapponese, un popolo eccezionale e fuori dal tempo, e l’eleganza italiana».

La barca battente bandiera giamaicana è stata messa in acqua verso mezzogiorno. Un varo cullato da ‘Volare’ di Domenico Modugno e dall’incertezza del ‘padrino’, un amico di famiglia, capace di rompere la bottiglia di champagne contro la chiglia solo al terzo tentativo. Presente alla cerimonia il presidente del gruppo, Giuseppe Palumbo. «Attualmente in cantiere sono presenti cinque imbarcazioni, compresa l’Agora III - spiega Francesco Carbone, General manager del gruppo -. Il prossimo mese metteremo in acqua uno yacht da 80 metri, risultato eccezionale. Nel complesso, tra le varie sedi, stiamo lavorando su 9 barche, senza contare i lavori di refitting. Ciò garantisce, ad oggi, lavoro sicuro fino al 2021, ma abbiamo contatti in corso per aumentare la progettualità a più lungo termine». Dimenticati ormai i giorni successivi all’acquisizione del cantiere Isa da parte del Gruppo Palumbo, accompagnata da molto scetticismo. Il personale mantenuto in produzione è aumentato fino a sfiorare quota 100, sebbene con l’indotto la cifra degli addetti sfiora le 500 unità.