"Vero, avevo problemi con l’alcol, ma non ho mai toccato mia moglie"

"Vero, avevo problemi con l’alcol,  ma non ho mai toccato mia moglie"

"Vero, avevo problemi con l’alcol, ma non ho mai toccato mia moglie"

Si è difeso parlando di litigi e dispetti ma nessuna violenza fisica sulla moglie che lo ha fatto finire a processo per maltrattamenti in famiglia. Ha ammesso i problemi con l’alcol "dal 2014, dopo che ho perso il lavoro" ma ha parlato di buoni rapporti con i figli sui quali gli era a cuore la loro educazione. "Il maschio lo riprendevo perché fumava o faceva tardi la sera". Parole che non sono servite ad un 61enne, di origine indiana, ad evitare la condanna arrivata mercoledì scorso al collegio penale presieduto dal giudice Carlo Cimini. L’uomo ha preso due anni e due mesi. Era difeso dall’avvocato Maria Alessandra Tatò. Stando alle accuse sollevate dalla ex consorte, sentita in aula nelle scorse udienze, l’imputato l’avrebbe denigrata minacciata e picchiata. L’uomo, quando beveva, perdeva la ragione e a pagarne le conseguenze sarebbe stata la moglie. "Se eri in India eri già morta", le avrebbe detto un giorno, e "prima ti ammazzo poi vado in galera". Per otto anni la donna, anche lei indiana, avrebbe sopportato i soprusi ma quando si è vista puntare contro la lama di un coltello ha temuto davvero per la sua vita e per quella dei suoi due figli arrivando a denunciare il marito. Nel processo non si è costituita parte civile. L’episodio del coltello portò anche alla misura di un divieto di avvicinamento al nucleo familiare per l’imputato, con tanto di braccialetto elettronico. Il fatto risale al 18 settembre scorso. Era domenica quando in casa, la famiglia è residente in un quartiere del capoluogo dorico, è scoppiato un litigio. Il marito avrebbe iniziato ad inveire contro la moglie con fare violento. In una precedente udienza lei aveva riferito quell’episodio. "Quando beveva reagiva così – aveva raccontato la donna – con violenze anche fisiche. E’ capitato che mio figlio intervenisse per fermarlo ma mio marito poi si scagliava anche contro di lui. Percosse? Sì le abbiamo subite ma non siamo mai andati in ospedale per paura di ritorsioni. Non volevo distruggere la famiglia". A settembre l’indiano sarebbe entrato in cucina e avrebbe afferrato un coltello, con una lama lunga, minacciando di usarlo contro la moglie. "Dopo vado in galera ma prima ti uccido" le avrebbe urlato. La figlia che era in casa aveva chiamato i carabinieri. La difesa valuterà il ricorso in appello dopo che usciranno le motivazioni della condanna.

ma.ver.