Vertenza Elica, dai lavoratori ok all’intesa

Vince il sì al referendum che doveva ratificare l’accordo siglato tra azienda e sindacati: 75mila euro a chi lascia il posto di lavoro

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Vertenza Elica, il referendum tra i lavoratori premia il piano industriale proposto dai sindacati senza licenziamenti coatti e accettato dall’azienda con la firma al Ministero dello Sviluppo economico. Complessivamente tra i due stabilimenti di Mergo e Cerreto d’Esi (quest’ultimo destinato alla chiusura) hanno votato 469 persone pari all’86% del totale e al 93% dei presenti al voto. I sì sono stati 426 pari al 90,9%, i no al 6,8%, mentre si sono astenuti in 11 (2,3%). I 150 esuberi saranno prepensionamenti e uscite incentivate non con 70mila euro come ventilato nelle scorse settimane ma con 75mila euro, pari circa a tre anni di stipendio per un operaio di livello medio. Gli esodi incentivati sono guardati con favore soprattutto dai meno giovani mentre gli altri hanno intenzione di restare visto il piano di reshoring dalla Polonia e la previsione di 7,5 milioni di investimento di cui 4,5 sui prodotti e 3,5 sul processo di automazione. Non sono stati resi noti gli investimenti in Polonia dove saranno portate alcune produzioni.

"Da marzo prossimo – evidenziano dalla Fiom - i dipendenti Elica potranno lavorare con l’ammortizzatore sociale per 24 massimo 36 ore sei ore al giorno (al posto di otto, ndr) ma grazie ad integrazione e buoni pasto potranno prendere sostanzialmente lo stipendio pieno oltre a maturare ferie e contributi pieni. Un accordo ottenuto grazie ad 8 mesi di lotta dei lavoratori e che ha voluto costruire un vero e proprio progetto capace di guardare al futuro, un piano che dovrebbe diventare un modello per delle politiche industriali diverse, in controtendenza con quanto sta avvenendo in maniera drammatica nel Paese. L’Italia così torna ad essere veramente centrale nelle strategie della multinazionale, non solo perché sede del quartier generale ma soprattutto da un punto di vista produttivo, con un’importante operazione di reshoring dalla Polonia di 200mila cappe specie di alto di gamma, con l’impegno di destinare allo stabilimento di Mergo tutte gli sviluppi di prodotto futuri dello stesso segmento ed accorpandoci le produzioni dello stabilimento di Cerreto d’Esi, in particolare il prodotto di punta Nikola Tesla, che invece erano destinate all’est Europa dove erano già state avviate le produzioni".

Il sito di Cerreto d’Esi "sarà oggetto di re industrializzazione che, insieme al reimpiego del personale, solo su base volontaria e incentivata, garantirà i livelli occupazionali sul territorio: su questo sarà fondamentale avviare al più presto un confronto per verificare i termini precisi e mettere le persone nelle condizioni di poter fare la scelta più giusta. Sono già iniziati i primi contatti – spiegano - con le amministrazioni locali più attente ed interessate".

Sara Ferreri