GIACOMO GIAMPIERI
Cronaca

Via al tour mondiale. L’abbraccio di Ancona alla prima di Zucchero: "Grazie, bella gente"

Tre ore di concerto per i 14mila arrivati allo stadio Del Conero "Partiamo proprio dalla vostra città: che sia di buon auspicio".

Tre ore di concerto per i 14mila arrivati allo stadio Del Conero "Partiamo proprio dalla vostra città: che sia di buon auspicio".

Tre ore di concerto per i 14mila arrivati allo stadio Del Conero "Partiamo proprio dalla vostra città: che sia di buon auspicio".

"Ragazzi, partiamo con questo ennesimo tour che girerà il mondo per due anni. E partiamo proprio da Ancona. Per questo dobbiamo spingere. E che sia di buon auspicio". E il Del Conero esulta. Come ad un gol. Per Zucchero, che venerdì sera ha incantato gli oltre 14mila arrivati per la data zero del suo tour mondiale "Overdose d’amore 2025". Più di tre ore no stop, travolti da un’onda blues – quel "blues che non morirà mai", dirà a fine concerto – che ha fatto scatenare il pubblico in un viaggio tra i più grandi successi di Sugar. Ad accompagnarlo non una band. Molto di più: una super band. Tra note e giochi di luce. I brani intramontabili, quelli più intimi. I grandi classici. In apertura una tripletta: ‘Spirito nel buio’, ‘Soul Mama’ e ‘Il mare’. Ed è lì che il cantautore, riscaldando l’arena, si è lasciato andare ad un iconico "let’s go". Con ‘Partigiano reggiano’ e ‘Vedo nero’, l’atmosfera si è ulteriormente accesa. Pura ‘Libidine’, prima che iniziassero a ‘Baila’-re tutti. Ma proprio tutti.

"Bella gente, bella gente", si è rivolto alla platea e alle tribune. Particolarmente sentite le tre in fila, chitarra e voce con un leggero accompagnamento del gruppo, ‘Un soffio caldo’, che ha saputo toccare le corde dell’emozione quando ha parlato di "pace e libertà", considerate "le tragedie che ci sono nel mondo"; ‘Il suono della domenica’, un pezzo "che ci riporta alle cose sane, genuine, a paesi piccoli come il vostro"; e, colpo di scena, l’evergreen ‘Donne’, riproposta in scaletta a distanza di molti anni. Altro boato. E il Del Conero a sostenerlo con l’inconfondibile "du du du". Ha riconquistato il centro del palco, poi, proponendo un intenso tributo alla memoria di Luciano Pavarotti con ‘Miserere’.

Prima del break, a metà, e lasciare spazio ai "suoi". Oma Jali, la corista, è stata da brividi nella cover di Jumpin’ Jack Flash dei The Rolling Stones. E i musicisti, con lei, di un altro livello. Superlativo. Cappello diverso, non il look, al ritorno. Per quei brani irrinunciabili. Da ‘Dune mosse’ a ‘Diamante’, passando per ‘X colpa di chi?’ – che festeggia in questi giorni l’uscita di due remix – e ‘Diavolo in me’. I cartelli in prima fila dei fan non hanno mentito. La chiusura in inglese con ‘Hey man’. Per lasciare il segno.

Lo scrosciare degli applausi per vari minuti, più forte della melodia finale. Per una serata unica di un artista eccellente, la cui canzone è senza tempo – a proposito di anniversari, ieri è uscito l’album-special per i 30 anni di ‘Spirito divino’ –, pronto a proseguire la tournée in Italia e successivamente all’estero. Con una sacrosanta verità, uscita in ultima istanza dal suo microfono: "Il blues non morirà mai". Anche grazie a Zucchero.