Gianluca Vialli morto, il padre di Mancini: “Per noi è stato come un figlio"

Papà Aldo Mancini: "Dopo Natale Roberto era andato a Londra a trovarlo. Oggi ci sentiamo tutti un po’ più soli"

Ancona, 7 gennaio 2023 – ”Babbo accendi la televisione, è morto Vialli’. La notizia è arrivata a casa Mancini a metà mattinata, dopo l’annuncio dell’Ospedale londinese dove Gianluca Vialli era ricoverato da giorni. "Era Stefania, mia figlia, al telefono - nasconde a stento l’emozione Aldo Mancini, papà del c.t. della Nazionale – tutti sapevano quanto le condizioni di Gianluca si fossero aggravate ma tutti noi speravamo che succedesse qualche miracolo. Roberto? No, non l’ho ancora sentito, so per certo che dopo Natale era andato a Londra a trovarlo. Per noi Gianluca era come un figlio".

Roberto Mancini e Gianluca Vialli due tra i più genuini talenti nella storia del nostro calcio, ammirati e rispettati da compagni e avversari, irresistibile accoppiata vincente sui campi da gioco e, a partire dagli anni 80, anche nella vita. Una amicizia, molto di più di una fratellanza, consolidata da anni di condivisione di sogni e di obbiettivi e di risultati eclatanti nello sport. "Roberto e Gianluca si sono conosciuti giovanissimi quando giocavano insieme nelle nazionali giovanili – ricorda Aldo Mancini – una sera, era il 1987, l’Under 21 stava preparando gli Europei di Categoria, lui e Roberto erano passati da casa per un saluto, al momento di ripartire per San Benedetto del Tronto dove era fissato il raduno, c’era una nebbia fittissima e non riuscirono a ripartire. Siamo andati tutti a cena da Lelli, all’Ippocampo. Loro poco più che ventenni, una serata allegra come poche, perché Vialli era questo un ragazzo allegro, umile e così è rimasto per il resto della vita".

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Quella dell’Ippocampo è stata l’unica serata ‘jesina’ di Aldo Mancini con i ‘suoi ragazzi’ , ben più numerose le chiassose tavolate di Nervi, alle porte di Genova, all’epoca abituale sede del ritiro della Sampdoria. "Io e mia moglie Marianna eravamo spesso ospiti della Samp dopo le partite – l’amarcord di Aldo Mancini – uno dei grandi meriti, da tutti riconosciuto, del presidente Mantovani era proprio quello di aver creato non solo una squadra vincente ma una vera famiglia allargata, un gruppo incredibile di giocatori senza invide o prime donne. Ricordo che i primi anni si andava a cena da Lorenzo alla Ruota poi da Carmine, al centro di Nervi. Mi capitava spesso di stare seduto tra Gianluca e Roberto, parlare con lui, conoscere le sue emozioni, come si fa con un figlio insomma perché così noi lo abbiamo sempre considerato, uno di famiglia".

Uno dei momenti più toccanti nel ricordo di papà Mancini il giorno in cui il presidente Mantovani annunciò l’arrivo di Vialli alla Sampdoria "Roberto era li da un paio di anni, quando lo seppe non riuscì a trattenersi mi chiamò subito, babbo sai chi viene? Gianluca! Insieme con la Samp hanno vinto lo scudetto e giocato la finale di Coppa dei Campioni, quindici anni sono stati insieme Roberto e Gianluca, come due fratelli. Fino all’altro ieri … per questo adesso che Gianluca se n’è andato ci sentiamo tutti un po’ più soli".