SILVIA SANTINI
Cronaca

Violenza di genere, successo per la tavola rotonda della Croce Rossa a Osimo

Preziosi gli interventi dell'avvocata internazionale antiviolenza e volontaria di Croce Rossa, Cristina Perozzi, e della psicoterapeuta e volontaria Cri Giulia Dionisi

Violenza di genere: tavola rotonda a Osimo

Violenza di genere: tavola rotonda a Osimo

Osimo (Ancona), 5 dicembre 2024 – Successo di pubblico per la tavola rotonda “Violenza di Genere: Anche le parole contano. Incontro sulla subcultura della violenza verso la donna e l'importanza della comunicazione” organizzata dalla Croce Rossa - comitato di Osimo con il patrocinio dell’Istituto Campana.

La sala del Teatrino Campana si è riempita per ascoltare le parole delle esperte che sono intervenute, erano presenti anche due classi della scuola secondaria Borgo San Giacomo dell’Istituto comprensivo “Fratelli Trillini” di Osimo. Preziosi gli interventi dell'avvocata internazionale antiviolenza e volontaria di Croce Rossa, Cristina Perozzi, della psicoterapeuta e volontaria Cri, Giulia Dionisi, e di Silvia Gatto, delegata dell'Area inclusione sociale della Cri Osimo che ha spiegato l'impegno della Croce Rossa Italiana nella lotta contro la violenza di genere.

Il panel è stato moderato dalla giornalista di cronaca giudiziaria Teodora Stefanelli, vicina alle tematiche della violenza di genere, che ha portato anche il suo punto di vista sull'importanza della comunicazione nel raccontare il tema dei femminicidi. La violenza, hanno ricordato le relatrici, non è solo quella fisica, visibile, che purtroppo leggiamo troppo spesso sulle pagine di cronaca nera, ma è anche quella che molti definiscono invisibile ma che invisibile non è. Parliamo soprattutto della violenza psicologica e verbale. “Una vera prevenzione parte da una modalità più “circolare” dove i ragazzi, le persone in generale, possono essere parte attiva dei contenuti e non spettatori passivi.

È importante lavorare sul senso di empatia e identificazione come abbiamo fatto a teatro coinvolgendo i ragazzi, facendoli anche salire e sperimentare ciò di cui si parlava. Se si assiste a violenza o se viene subita uno degli aspetti di tutela importante è proprio quello di non rimanere nell’effetto spettatore ma di poter intervenire, se si ha paura attraverso numeri appositi e le forze dell’ordine preposte. Cercare di non chiudersi nella propria solitudine e prestare sostegno ad essa”, ha detto Dionisi. Perozzi ha affermato: “Con i ragazzi si deve parlare, ma si deve soprattutto ascoltare. Le loro parole sono emblematiche delle loro emozioni perché ancora a 13 anni non hanno il filtro della convenienza razionale. 

E oggi i ragazzi delle due classi della scuola secondaria di primo grado. Si sono mostrati attenti e reattivi, subito disponibili persino a fare l'esperienza della comunicazione violenta. E così attraverso alcuni ragazzi abbiamo simulato un dialogo basato sulla sopraffazione e sulla dinamica tossica del potere, sollecitando nella platea dei loro “colleghi” altre emozioni, a partire della riflessione sull'effetto spettatore dell'apparente vita felice altrui, a quello della spettacolarizzazione della violenza, alla solitudine ed all'isolamento di chi è avvertito come diverso, alla paura di provvedere all'altro”.