Vittime del nazismo, niente Pietre d’Inciampo "La Regione vuole includere anche le Foibe"

Il Comune di Ancona da mesi ha chiesto spiegazioni al Consiglio senza risposte. L’assessore Marasca: "Ora non ci sono più i tempi". Il presidente Dino Latini: "Vogliamo inserire altre ricorrenze come la Giornata del Ricordo, iniziative così isolate non hanno senso"

Pietre d'inciampo

Pietre d'inciampo

Le Pietre d’Inciampo per celebrare la memoria dei deportati dei campi di sterminio nazisti dividono quando non dovrebbero. Dopo anni di produzione e di incorporazione nei selciati delle strade nelle città di tutta Europa, nelle Marche le cose potrebbero cambiare. Il Comune di Ancona, dove dal 2017 al 2020 scorsi sono stati piazzati ben 23 sampietrini dedicati alle vittime dell’orrore nazi-fascista, dal maggio scorso ha richiesto informazioni al Consiglio regionale delle Marche, l’ente preposto per il coordinamento e il finanziamento delle opere, sulle pietre da commissionare all’artista Gunter Demnig. Senza ricevere alcuna risposta. Le intenzioni dell’Assemblea legislativa delle Marche sono quelle di cambiare registro e, nello specifico, allargare il fronte delle iniziative. Tra le intenzioni del presidente, Dino Latini, a capo di un ‘parlamento’ per la prima volta nella storia marchigiana molto schiacciato a destra, anche quella di includere il ricordo dei Caduti delle Foibe: "In effetti è così – conferma Latini – vorremmo includere altre ricorrenze, come ad esempio le celebrazioni per la Giornata del Ricordo, ma al tempo stesso dare più visibilità all’orrore della Shoah. Secondo noi è necessario dare spazio ad altri capitoli dolorosi della storia non demandando a una semplice iniziativa, come possono essere le Pietre d’Inciampo, la memoria di quei fatti. Sia chiaro, le pietre dedicate a quelle vittime sono un’iniziativa lodevole, ma isolate così non hanno troppo senso. Dovevamo affrontare la questione durante la scorsa seduta del consiglio, ma i lavori sono andati lunghi, recupereremo la prossima settimana. La questione Pietre d’Inciampo e affini sono nel calendario. Le richieste da parte del Comune di Ancona? Non vogliamo essere semplicemente un organo che riceve ordini e risponde elargendo fondi senza incidere".

L’amministrazione dorica ha iniziato a chiedere informazioni in Regione all’inizio di maggio e da allora si sono susseguiti i solleciti: "Noi non abbiamo chiesto al Consiglio regionale di inviarci i fondi, il regolamento non funziona così, ma solo un chiarimento sulle loro intenzioni in vista della posa delle pietre nel gennaio prossimo, come avviene di solito. Dal mio assessorato sono uscite diverse lettere dirette alla sede del palazzo delle Ferrovie, ma non ci sono state repliche – chiarisce Paolo Marasca, assessore alla cultura – Nelle ultime missive ci dicevamo disponibili eventualmente ad anticipare le somme da girare allo storico e ricercatore e all’artista che realizza di fatto le pietre, in modo da mandare avanti l’iter. Nulla di nulla. Un primo risultato intanto c’è: l’artista tedesco ha fatto sapere che non potrà realizzare le Pietre d’Inciampo marchigiane entro la data del gennaio 2023. Ha avuto un impedimento personale, ma se gli ordini delle pietre fossero arrivati in tempi congrui, 4-5 mesi fa, magari le avrebbe già realizzate e invece quest’anno non se ne farà nulla".

Nelle Marche l’unica provincia a essersi attivata per la posa delle pietre è quella di Ancona e i Comuni attivi in tal senso sono pochi: Ancona ovviamente e poi Jesi, Osimo e Ostra Vetere. Dietro le Pietre d’Inciampo c’è un organizzazione ormai rodata che prevede, per ogni singolo territorio, la figura di uno storico a cui spetta il compito di fare ricerche sulle persone a cui dedicarne una. Nella nostra regione si tratta di Marco Labbate, un grande esperto indicato dall’Istituto di Storia delle Marche. In larga parte, parlando di vittime del nazi-fascismo, si tratta di uomini e donne di origini ebraiche, ma non solo.