Vongolara, morte in mare: ora spuntano due indagati

Si tratta del fratello della vittima, armatore, e del comandante della barca. Per entrambi l’accusa della Procura è di omicidio colposo. Oggi i funerali

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Sono proseguite anche per tutta la giornata di ieri le operazioni per il recupero dell’Emilia, la vongolara affondata all’alba di lunedì, intorno alle 5.30, all’interno della quale ha perso la vita l’armatore e capitano, Lauro Mancini, anconetano di 56 anni. Il corpo dell’uomo era stato recuperato dai sommozzatori dei Vigili del Fuoco del distaccamento porto che lo hanno trovato incastrato nella cabina di pilotaggio. Salvo, invece, l’altro membro dell’equipaggio: il senigalliese Fabrizio Trinchera che si trovava all’esterno della cabina e che, tuffatosi in mare, è stato immediatamente raggiunto dagli altri pescherecci che hanno raccolto immediatamente l’sos. Dopo l’autopsia, disposta dal pm Serena Bizzarri, svoltasi nel pomeriggio di mercoledì e i cui risultati si sapranno nei prossimi giorni, i funerali di Mancini sono stati fissati per questa mattina, alle 9, nella chiesa del Crocifisso, agli Archi di Ancona.

Intanto ci sono anche i primi due indagati nel fascicolo aperto dalla Procura, iscritti con l’accusa di omicidio colposo. Si tratta del fratello di Mancini, Massimiliano, armatore dell’Emilia, e del senigalliese Fabrizio Trinchera, comandante della nave, riuscito a salvarsi grazie alle altre imbarcazioni da pesca intervenute immediatamente sul posto, che lo hanno recuperato mentre era in mare.

Nel frattempo, i sommozzatori della Carmar Sub stanno lavorando sul posto, a 500 metri dal pontile Api, luogo della tragedia, con due moto pontoni: Artiglio e Duilio, per capire se mentre l’Emilia rastrellava il fondale, ha agganciato o meno una tubazione dell’Api, per poi capovolgersi. Intervento subacqueo che serve anche per studiare eventualmente come riuscire ad alzare la vongolara in sicurezza, senza fare danni. La vongolara è stata comunque imbragata e, se le operazioni procederanno secondo i piani, potrebbe essere trainata fino al porto nella giornata di domani, salvo contrattempi o imprevisti. La difficoltà, oltre all’ipotesi di poter essere rimasta incastrata con qualche tubo, sta anche nel fatto che ovviamente l’imbarcazione è piena di acqua. Bisognerà dunque riuscire a metterla prima su un lato per far sì che si svuoti in gran parte per poi, utilizzando delle pompe, togliere completamente quella restante e metterla in assetto di navigazione. Il tratto di mare nella quale si trovava l’Emilia è vietato alla navigazione, proprio per i tubi e alcune condotte del gas che si trovano lì sotto.