Whirlpool Fabriano, scioperano 600 operai

Hanno aderito anche gli impiegati dei tre siti locali in attesa del bis in programma il 4 ottobre

Impiegati in sit in oggi davanti agli uffici di viale Merloni

Impiegati in sit in oggi davanti agli uffici di viale Merloni

Fabriano, 25 settembre 2019 - Operai e impiegati in sit in dall'alba fino al tramonto odierni davanti all'ingresso dello stabilimento della frazione di Melano e nel piazzale della sede centrale dei colletti bianchi in viale Merloni per il primo maxi sciopero nazionale in casa Whirlpool, dove nella totalità dei siti italiani, compresi quelli fabrianesi, i dipendenti hanno saltato l'intero turno di lavoro. "L'adesione in fabbrica è stata praticamente integrale", fanno sapere i sindacati in merito alle 600 tute blu cittadine che nell'unità produttiva di piani cottura di Melano sin dal primo turno delle sei del mattino hanno deciso di non entrare in stabilimento, in alcuni casi rimanendo direttamente a casa, in altri partecipando al simbolico presidio ai cancelli. Uno stop di otto ore lavorative per ciascun dipendente a cui hanno, appunto, aderito anche gli impiegati dei tre siti locali in attesa del bis in programma il 4 ottobre quando una delegazione territoriale sarà a Roma per la manifestazione nazionale di protesta contro il management americano. Sin d'ora le parti sociali stanno raccogliendo le iscrizioni per la trasferta capitolina, da effettuare con i pullman in caso di massiccia presenza.

La decisione a quanto pare ormai definitiva ed irreversibile della holding americana di vendere lo stabilimento di Napoli in cui lavorano 400 persone crea dunque tensioni ed incertezza anche su Fabriano sebbene gli ultimi dati, almeno per il comparto delle tute blu, lancino segnali abbastanza incoraggianti. Nella fabbrica della frazione di Melano incentrata sui piani cottura, infatti, la proiezione è di chiudere il 2019 con circa un milione e 700 mila pezzi, ovvero quasi 300 mila in più rispetto al 2018. In sensibile contrazione il ricorso alla cassa integrazione. Più forti le preoccupazioni per i colletti bianchi (poco meno di seicento quelli rimasti operativi dopo le ultime decurtazioni), anche in seguito alla chiusura ormai praticamente completata dello storico plesso di Ca' Maiano con il trasferimento di circa duecento lavoratori di call center e addetti ai rapporti con la clientela nella sede principale di viale Merloni. I timori riguardano anche i continui tagli e soppressioni di mansioni e figure organizzative in città con lo spostamento di servizi verso nord, ovvero la sede centrale italiana di Pero e soprattutto la Polonia. Da febbraio ad oggi sono una cinquantina le posizioni organizzative perse da Fabriano, con circa 40 persone messe fuori organico.