REDAZIONE ANCONA

Whirlpool e crisi elettrodomestico: i sindacati in pressing sul Governo

Timori per gli sviluppi dell’accordo con i turchi di Arcelik e, intanto, altri stop produttivi.

Whirlpool e crisi elettrodomestico: i sindacati in pressing sul Governo

Preoccupa sempre di più la crisi dell’elettrodomestico all’interno di un distretto industriale già fortemente provato da anni di difficoltà. Al centro dell’attenzione Whirlpool, in riferimento all’accordo che la multinazionale statunitense ha siglato quattro mesi fa con Arçelik per la creazione entro l’anno e previo parere positivo dell’antitrust di una nuova realtà industriale europea di grandi elettrodomestici da 6 miliardi di euro di fatturato, con i turchi al 75% delle quote. Whirlpopol in questi giorni ha fermato la produzione e così sarà per un’altra settimana fino al 5 giugno. I sindacati sono in pressing sul ministero per un tavolo istituzionale sulla vertenza e sul comparto dell’elettrodomestico. Solo per la città della carta si parla di 1.100 dipendenti tra lo stabilimento di Melano e gli uffici centrali di via Aristide Merloni. "Bene il decreto approvato tre settimane fa dal Consiglio dei ministri – rimarca Pierpaolo Pullini (Fiom) –, grazie al quale l’Esecutivo potrà esercitare i poteri speciali (Golden Power) in materia di asset strategici proprio in merito all’operazione di fusione di Whirlpool e Arçelik, ma è necessario capire cosa si vuole mettere in campo. Vorremmo essere convocati dal Governo, perché intendiamo dare il nostro contributo finalizzato a rendere sostenibile la produzione dell’elettrodomestico in Italia". Preoccupazioni non mancano pure su Electrolux, sebbene all’impianto di Cerreto d’Esi (la ex Best) si ricorra agli ammortizzatori sociali meno che in altri siti italiani.

sa. fe.