Writer arrestati in India, la mamma di Sacha: "Sta bene, spero torni presto a casa"

La madre del ragazzo di Monte San Vito (Ancona) in stretto contatto con l’ambasciata tramite il sindaco Cillo

I graffiti sul treno, per cui sono stati arrestati 4 writer, fra cui Baldo Sacha

I graffiti sul treno, per cui sono stati arrestati 4 writer, fra cui Baldo Sacha

Monte San Vito (Ancona), 5 ottobre 2022 - "Mio figlio sta bene, è stato arrestato ma è in corso il processo e speriamo possa presto tornare libero. Ieri (domenica, ndr) mi ha contattato l’ambasciata che si sta adoperando per monitorare che i quattro arrestati siano trattati bene e che siano rispettati i loro diritti. Mi hanno rassicurato sulle buone condizioni di Sacha che da circa sei anni non abita più a Monte San Vito".

Così la mamma di Baldo Sacha, il 29enne writer residente a Monte San Vito, arrestato assieme ad altri tre amici in India, ad Ahmedabad, per avere disegnato graffiti su due carrozze della metropolitana.

La foto degli italiani arrestati sull'Indian Express
La foto degli italiani arrestati sull'Indian Express

La donna vuole restare lontana dai riflettori e riferisce quanto accaduto tramite il sindaco di Monte San Vito Thomas Cillo, tra l’altro nella vita poliziotto, il quale, appresa la notizia ha subito cercato di contattare la famiglia.

È in contatto costante con l’ambasciata italiana in India la famiglia di Sacha Baldo, il writer 29enne, nato a Mantova, residente a Monte San Vito e prima ad Agugliano, arrestato insieme ad altri tre, fra cui il grottammarese Paolo Capecci, ad a Ahmedabad per avere disegnato dei graffiti su due carrozze della metropolitana. Il ragazzo che gira spesso in Italia e all’estero, era partito una settimana prima per l’India. La mamma non si era troppo preoccupata perché spesso Sacha, viaggiando spesso non era raggiungibile al telefono.

Domenica sera però la chiamata dell’Ambasciata ha spaventato i familiari che hanno trovato la notizia anche in rete, ripresa dai media indiani. I familiari non vogliono rilasciare dichiarazioni e si sono affidati al sindaco Thomas Cillo per far sapere che l’Ambasciata ha fornito "rassicurazioni sul trattamento riservato ai ragazzi".

"È in corso un processo - spiega il sindaco Cillo - di cui non si conosce ancora l’esito, ma siamo in costante contatto con i familiari. Inizialmente era scattata la procedura di antiterrorismo perché l’imbrattamento precedeva l’arrivo del ministro che avrebbe dovuto inaugurare una parte del servizio ferroviario della metropolitana. Poi loro hanno spiegato le loro ragioni e da quanto ho potuto apprendere è rimasta solo l’accusa di vandalismo di cui dovranno rispondere".

sa. fe.