Ancona, 20 ottobre 2011 - Continua il momento fortunato dell’arte contemporanea nelle Marche e con la nostra favolosa Arcatana siamo obbligati a seguirla nelle sue peregrinazioni in giro per l’Italia. Stavolta è un’intera base spaziale a spostarsi: la galleria, o meglio il concept di sperimentazione dorico white.fish.tank, infatti, è sbarcata ad ArtVerona (si è svolta dal 6 all’11 ottobre), con un equipaggio di tutto rispetto: Jürgen Ots, Scott Treleaven, Petra Feriancova e Shana Moulton, per gli artisti stranieri, e Patrizio Di Massimo, Riccardo Giacconi, Ljudmilla Socci e Marco Strappato, per i marchigiani.


Un bel salto al centro del sistema italiano dell’arte quello compiuto dallo spazio espositivo diretto da Ljudmilla Socci e Elisa Piersimoni, con il supporto dello storico dell’arte, critico e curatore Andrea Bruciati, se è vero che con i suoi oltre 20mila visitatori l’anno ArtVerona è la più rappresentativa fiera delle gallerie italiane di qualità.
E di qualità sono gli artisti marchigiani che verranno ospitati da white.fish.tank nella sezione Indipendents della fiera veronese: Patrizio di Massimo, jesino, classe 1983, vive e lavora ad Amsterdam, dove porta avanti una ricerca che combina fotografia, pittura, scultura e video-istallazione; Marco Strappato, ventinovenne originario di Porto San Giorgio, attualmente impegnato a Milano in una residenza presso la fondazione Spinola Banna, si dedica allo straniamento dell’immagine, in particolare fotografica, per indurla a parlare; Riccardo Giacconi (San Severino Marche, 1985) la cui ricerca lascia alludere ad una stratificazione sempre diversa di piani di lettura, che si tratti di video, fotografia o testo, dopo la residenza per artisti di Lione, è ora ospite a Milano presso Viafarini. E la nostra Ljudmilla Socci, in costante transizione tra l’Italia e il Regno unito, che prima di dirigere il progetto white.fish.tank, è artista under 40 inserita in un network internazionale, la cui ricerca indaga la complessità del linguaggio fotografico perennemente in bilico fra realtà e rappresentazione.


Se nelle intenzioni di Socci e Piersimoni il white.fish.tank dovrebbe configurarsi "come luogo dove creare opportunità per i giovani che vivono e operano sul territorio e un punto d’incontro tra la città, le Marche e artisti nazionali e internazionali, emergenti e affermati", quello ottenuto da ArtVerona è un riconoscimento importante, una conferma del buon lavoro svolto finora.
 

Ljudmilla, al di là delle intenzioni dichiarate, può dirci cosa si nasconde dietro la decisione di creare uno spazio espositivo ad Ancona?
"Ho pensato che la mia esperienza estera, che mi consente un approccio immediato e diretto con la ricerca artistica sperimentale più attuale, dovesse essere in qualche modo convogliata a supporto di un progetto in grado di sostenere la ricerca artistica marchigiana nel contesto internazionale".

 
Le gallerie marchigiane hanno le capacità per inserirsi nel sistema internazionale dell’arte? Che cosa è necessario fare per raggiungere questo obiettivo?
"Ci sono realtà artistiche, e non, che hanno fatto del decentramento il loro punto di forza, ritengo che Ancona e le Marche siano ‘periferie’ culturali dal potenziale immenso. Nel panorama omogenizzante globale, credo sia necessario abbandonare la cattiva abitudine all’emulazione per puntare proprio su ciò che ci distingue, ciò che ci rende unici".