Ancona, 19 aprile 2025 – “Marshmallow al sapore di paradiso”: così Lorenzo Jovanotti ha definito, in un video diventato immediatamente virale su Tik Tok, le ‘uova alla Jova’, preparate secondo la ricetta della fidata chef jesina Maria Vittoria Grifoni, che da dieci anni lo segue nei tour. Una presenza ormai costante, quella della ‘cheffa’ (il soprannome assegnatole dal cantante) che, al PalaJova, prepara i piatti per lui, la moglie Francesca e la figlia Teresa. E di loro dice: ‘La stima della famiglia Cherubini è la mia stella Michelin’.

Maria Vittoria Grifoni, le ‘uova alla Jova’ spopolano sul web. Qual è il segreto del loro successo?
“In realtà Jova ne parla fin dal primo tour che abbiamo fatto assieme, ma allora non c’era Tik Tok (ride, ndr). Non so quale misterioso meccanismo ci sia dietro questa piattaforma social, ma la ‘ricetta-non-ricetta’ delle uova è diventata virale. Ogni giorno ci taggano in decine di foto e storie: sono i tentativi di replica, più o meno riusciti, in cui si cimentano follower di tutte le età”.
Perché è una ‘ricetta-non-ricetta’?
“Ha un solo ingrediente: gli albumi montati a neve. Diversamente da un piatto da ristorante, che in pochi si sognerebbero di replicare in casa, le ‘uova alla Jova’ incuriosiscono perché sembrano una preparazione piuttosto semplice”.
“Sembrano”, appunto: lei stessa ha ribadito, sui social, che richiedono una notevole precisione.
“Gli albumi, separati dai tuorli, vanno montati a neve ferma – rigorosamente a mano – e disposti come ‘nuvolette’ su una base di tuorlo sbattuto, stesa sulla carta da forno. La cottura è ventilata, a 175 gradi circa. Devono essere mangiate subito, appena sfornate. Se si sgonfiano, è perché gli albumi non sono montati bene. Vedo molte persone che usano il lievito o la maizena per migliorare la consistenza: io, invece, non uso altro che albumi”.
Durante il tour, la routine alimentare di Jovanotti è molto rigorosa e prevede, fra l’altro, una grande quantità di uova.
“La ‘ricetta’ delle ‘uova alla Jova’ di quest’anno è nata proprio a Pesaro, la prima tappa del tour nei palazzetti: sono una che si annoia facilmente, ho bisogno di cimentarmi in sfide ogni giorno diverse. Gliele ho proposte e lui ne ha apprezzato immediatamente la consistenza”.
Lei segue Jovanotti nei tour ormai da dieci anni. Come riesce ad adattarsi a spazi e cucine che cambiano continuamente?
“Ho un grande spirito di adattamento, che deriva, a mio parere, dall’essere stata scout fin dall’età di 5 anni. Mi aiuta anche il senso dell’orientamento: non ci crederà, ma di rado uso il navigatore gps quando mi sposto nelle città che tocchiamo per il tour. Non ho collaboratori, faccio tutto da sola: la spesa nei mercati cittadini e la preparazione dei pasti, nelle cucine degli hotel”.
Infatti, il suo genere di cucina prediletto è quello ‘itinerante’: proprio come una tournée.
“Il mio spirito è nomade: da quando ho chiuso i miei due locali – uno a Jesi e uno a Senigallia – ho capito che il mio amore per la cucina va di pari passo con quello per i viaggi e la scoperta. I ristoranti mi stanno stretti, ho sempre bisogno di muovermi: a parte il tour di Lorenzo, un genere di cucina che mi è congeniale è quello degli eventi all’aperto, in campagna. Ne ho fatti diversi la scorsa estate e conto di andare avanti anche dopo il PalaJova. Finché potrò, non mi chiuderò fra le mura di una cucina”.