Jesi premiata "Citta Marchigiana della Cultura 2018”

Il riconocimento consegnato ieri in Comune nelle mani del sindaco per le tre strutture ricettive inaugurate in appena un anno

Il museo virtuale

Il museo virtuale

Jesi (Ancona), 25 giugno 2018 – E’ Jesi la “Citta Marchigiana della Cultura 2018”. La consegna del titolo ieri in aula consiliare alla presenza dei membri dell’associazione culturale marchigiana Le Cento Città, oltrechè del sindaco Massimo Bacci e della sua giunta e da alcuni consiglieri. La città natale di Federico II in appena un anno ha inaugurato tre strutture dedicate ai turisti: il museo virtuale Stupor Mundi, il polo enogastronomico e il museo archeologico. In cinque mesi ho inaugurato due musei a Jesi, adesso però basta altrimenti gli altri comuni diventano gelosi”.

Aveva detto durante l’inaugurazione dell’Archeologico il direttore della Galleria Nazionale delle Marche Dr. Peter Aufreiter. Parole ricordate ieri dal presidente dell’associazione “Le Cento città”, Giorgio Rossi. Tra le motivazioni che hanno portato al riconoscimento, “l’imponente cinta muraria ben conservata, il quattrocentesco palazzo della Signoria, il Teatro Pergolesi, Palazzo Pianetti, l’apertura del polo Enogastronomico, le diverse belle realtà associative molto vivaci”. Elementi valorizzati dalla giunta Bacci.

Il riconoscimento

Il primo cittadino ha ricordato l’impegno non facile per la realizzazione di diverse strutture, non solo musei ma anche gli impianti di risalita, la nuova Salara e il parcheggio Mercantini gratuito. Ma anche sottolineato come la Regione debba unire le diverse identità, per valorizzare tutte le Marche. Del resto i dati citati dal sindaco parlano di presenza di turisti dal Nord Europa raddoppiata nell’ultimo periodo.

L’ex consigliere comunale Mauro Magagnini ha parlato poi della “jesinità” e di come la città sia divenuta famosa con il nome di ‘Piccola città delle Marche’. Immancabile una menzione alla grande attrice jesina Valeria Moriconi che attende l’apertura di un museo a lei dedicato dopo la chiusura di quello realizzato al complesso San Floriano. Parte dei suoi cimeli oggi sono esposti vicino all’accesso del teatro Pergolesi.