Banca Marche, per Goffi nessun risarcimento possibile

L'amministratore delegato della Nuova Banca Marche rompe il silenzio

Luciano Goffi (Antic)

Luciano Goffi (Antic)

Jesi (Ancona), 28 novembre 2015  - "Capisco la rabbia e la sorpresa di azionisti e obbligazionisti subordinati che hanno visto azzerati i loro risparmi, ma non si poteva fare altrimenti. Nè si potrà prevedere per loro misure compensative perchè l’Europa non ce lo consente". Luciano Goffi, direttore generale della vecchia Banca Marche e da lunedì amministratore delegato della Nuova Banca Marche torna a parlare dell’istituto di credito dopo quasi due anni e mezzo di silenzio. E decide di farlo ospite dell’ordine dei commercialisti di Ancona, in occasione dell’assemblea su 'La situazione attuale, l’evoluzione e le prospettive del sistema creditizio nella Regione Marche', nella sala della Ficg alla Baraccola. Goffi per la prima volta dopo l’incontro di giovedì con il presidente Roberto Nicastro ha illustrato l’operazione di risoluzione di Banca Marche (in liquidazione coatta amministrativa) attuata domenica sera con decreto del governo Renzi. Ora Goffi parla di una nuova banca, grazie ad un’operazione che ha "salvato il risparmio" e "pronta a tornare ad essere vicina alle piccole e medie imprese, tanto più in questo momento di difficoltà, ma anche alle famiglie marchigiane".

Luciano Goffi, abbiamo una Nuova Banca Marche, è stata la migliore operazione possibile? "Sì, non c’erano purtroppo alternative. Non abbiamo salvato la banca ma il risparmio di centinaia di migliaia di depositanti che sarebbero stati penalizzati con il bail-in nel 2016 ed evitato che la crisi toccasse la parte pubblica. In passato sono stati commessi errori". Ma 40mila azionisti e mille obbligazionisti hanno perso tutto, parliamo di 1,5miliardi di euro... "Sì, la cifra è corretta anche se sono quasi 40mila gli azionisti e 900 gli obbligazionisti. E’ il sacrificio di una minoranza, se consideriamo che i clienti della banca sono 550mila di cui 400 privati. Tra i 10 e i 20mila i clienti coinvolti, esclusi coloro che avevano una minima quantità di titoli a rischio". Ma loro, gli azionisti, dicono che sarebbero bastati meno di 40 milioni di euro per non lasciarli a bocca asciutta per sperare poi che le nuove azioni potessero risalire... "Non è stato possibile, sarebbe stato considerato aiuto di Stato. Così come lo sarebbe qualsiasi meccanismo di compensazione (dunque anche la partecipazione agli utili della bad bank). Possiamo soltanto assicurare vicinanza e sensibiità verso coloro che rimangono nostri clienti. Potremo trattare meglio i singoli clienti che si sono visti danneggiati. Mi dispiace tantissimo, avrei preferito che gli impatti fossero inferiori, ma voglio ricordare che lo sforzo è stato anche delle banche che hanno messo soldi a fondo perduto". E’ una banca ponte che va venduta entro tempi molto brevi, dunque non sarà più l’istituto di credito del territorio, ma la vicinanza al cliente? "Sì, l’obiettivo è vendere velocemente, una banca ponte non ha vita infinita. Il sistema bancario va verso un’uteriore aggregazione, ristrutturazione e consolidamento. Per Banca Marche il modello dovrebbe essere quello di una banca che coniuga territorio e mercato. Siamo pronti a ripartire. Ora abbiamo le risorse abbondanti per riprendere a fare credito alle piccole e medie aziende e alle famiglie". Però quei 41mila sono infuriati, non avete paura di perdere clienti e liquidità e avere serie ripercussioni sul futuro? "No. Ma se agli ex azionisti e obbligazionisti subordinati che abbandonano non potrò dedicare sensibilità e vicinanza, queste attenzioni possiamo prometterle invece a coloro che resteranno. In tutto il periodo di commissariamento la raccolta che oggi è a 12,5 miliardi di euro è scesa dell’8 per cento, di cui una fetta importante da settembre ad oggi". E per non ripetere gli errori del passato? "Chiedo proprio ai professionisti del territorio, i commercialisti in primis, ad aiutarci. BM è andata in crisi per l’eccessiva esposizione verso l’immobiliare, fatto che ha portato il patrimonio all’esaurimento. Abbiamo tentato alcune vie per risolvere la crisi fino all’ultima operazione complessa messa in atto l’ultimo week-end, in linea con le nuove norme".