Caro gasolio, la protesta dei pescatori ad Ancona

Manifestazione ad Ancona: "Troppe spese: le barche sono ferme deve intervenire il governo"

Ancona, 27 maggio 2022 - Prezzo del gasolio alle stelle, il settore della pesca in ginocchio scende in strada per un ultimo, disperato grido d’aiuto. Marinerie d’Italia in sciopero lungo tutto lo stivale per convincere il governo ad abbassare il costo dei carburanti e ieri manifestazione nazionale al porto di Ancona.

Raduno, corteo e blocchi stradali tra il mercato ittico del Mandracchio alla Zona industriale. Tensioni tra i manifestanti e le forze dell’ordine schierate in assetto anti-sommossa. In alcuni tratti del presidio si è sfiorato il peggio con pescatori e personale della questura dorica faccia a faccia e animi particolarmente accesi.

Alla fine il buon senso da ambo le parti ha evitato il peggio, anche se dalla 11,30 alle 14 la circolazione stradale del porto è finita nel caos con code, rallentamenti, proteste degli automobilisti e soprattutto degli autotrasportatori: "Lo sciopero è iniziato lunedì e va avanti, non le so dire fino a quando, o meglio, fino a quando il governo ci darà la possibilità di andare mare. Noi potremmo riprendere già da lunedì, ma vogliamo un segnale concreto perché il problema vero è che non riusciamo neppure a pagare le spese".

Apollinare Lazzari è il leader della marineria di Ancona che ieri ha accolto i colleghi dal resto delle Marche, Fano, San Benedetto e Civitanova, ma anche da Abruzzo, Molise e Lazio.

Lui e gli altri rappresentanti hanno fatto parte della delegazione invitata a un faccia a faccia in prefettura.

L’incontro c’è stato nel primissimo pomeriggio di ieri, mentre il resto dei manifestanti ha continuato il blocco stradale totale con pesanti ripercussioni sul traffico: "Abbiamo chiesto al prefetto Pellos l’indizione di un tavolo tecnico a cui dovranno sedere i pescatori e i ministeri di economia e agricoltura. Il prefetto ha preso nota e ha già avviato un filo diretto con Roma" ha ribadito Lazzari che poi passa ad analizzare la situazione contingente: "La nostra organizzazione nel giro di dieci anni è scesa da 55 imbarcazioni a 32 e un quarto di secolo fa eravamo quasi cento pescherecci.

Adesso vedi le barche ferme, significa che qualcosa non va bene. Io consumo 3.000-3.200 litri di gasolio al giorno e parto con 3500 euro di spese a cui devi aggiungere le altre. Quanto pesce devo portare a terra per sopravvivere? E’ capitato di chiudere l’asta al mercato e tirare su 2.500 euro. Non dico di diventare ricchi, ma neppure di andare sotto. Venerdì scorso, all’ultima asta, il merluzzo è partito da 8 per arrivare a 5 euro, la triglia addirittura da 7 euro a 70 centesimi. Intanto importiamo pesce dall’estero.

Lei pensi che quando tutte le barche italiane sono in mare, il pesce fresco nostrano rappresenta il 5-6% del totale, il resto è importato, allevato o surgelato".