Jp licenziamenti Fabriano, scende in campo il Ministero

Giovanni Porcarelli a rapporto per cercare possibilità di modifica al piano industriale della Jp che prevede 343 licenziamenti

Giovanni Porcarelli convocato in Ministero

Giovanni Porcarelli convocato in Ministero

Fabriano (Ancona), 13 febbraio 2020 - Giovanni Porcarelli a rapporto nel pomeriggio di oggi, giovedì, in Ministero per cercare di capire se esistono possibilità di modifica al piano industriale presentato dallo stesso imprenditore della Jp che prevede 343 licenziamenti sui 593 dipendenti totali. Il Ministero dello Sviluppo Economico prova, dunque, a scendere in campo nel tentativo di ridurre l'impatto sociale degli annunciati tagli, al punto che nell'intensa giornata i sottosegretari Alessia Morani e Alessandra Todde hanno incontrato, in due summit separati, prima i sindacati territoriali e poi i vertici dell'azienda di elettrodomestici, finita sotto la stretta sorveglianza del Tribunale fallimentare.

"Ci è stato confermato - fanno sapere dalle parti sociali in coda al confronto - che il Ministero ha ancora a disposizioni importanti fondi (crica 15 milioni di euro, ndr) utilizzabili per le aree ex Merloni". Eventuali incentivi, quindi, che almeno in parte potrebbero servire per sostenere l'impresa fabrianese, o meglio la 'newco' che lo stesso Porcarelli ha intenzione di fondare assorbendo il 40% dei dipendenti della Jp. Al tempo stesso, però, in Ministero hanno ribadito come non ci siano soggetti disposti alla partnership con Porcarelli, in quanto nessuno ha risposto al sondaggio esplorativo effettuato dalla società a controllo pubblico Invitalia su eventuali manifestazioni di interesse di sostenitori imprenditoriali e finanziari.

Insomma, i margini per migliorare il progetto industriale ed eventualmente aumentare il numero delle persone da assumere nella nuova società sembrano piuttosto ridotti, anche se un nuovo passaggio importante sarà quello di martedì a Fabriano quando è in programma il faccia a faccia tra lo stesso industriale cerretese e i sindacati. Proprio le parti sociali chiederanno di entrare nel dettaglio del piano di ristrutturazione che in futuro sembra destinato a portare al passaggio dagli attuali tre stabilimenti ad uno solo. Un restringimento del perimetro che potrebbe prevedere la messa in vendita del sito umbro di Gaifana e di una delle due fabbriche fabrianesi, probabilmente quella del Maragone. Se così fosse resterebbe operativa soltanto l'unità produttiva cittadina di Santa Maria, dove attualmente sono presenti anche gli uffici e lo show room dei prodotti. Inevitabile la preoccupazione tra i dipendenti attualmente coperti dalla cassa integrazione straordinaria fino al mese di luglio.