GIUSEPPE POLI
Economia

Zara chiude, non è un bel segno: ecco le strategie per il futuro

Il direttore regionale di Confcommercio, Polacco: “Le multinazionali lavorano sui grandi numeri e forse hanno riscontrato delle difficoltà. Si sta ragionando su progetti per rinvigorire il cuore della città. La viabilità va migliorata”

Il negozio Zara di Corso Garibaldi potrebbe andare a Camerano

Il negozio Zara di Corso Garibaldi potrebbe andare a Camerano

Ancona, 27 aprile 2025 – Il negozio Zara che minaccia di andarsene, altri che chiudono, altri ancora che passano di mano, Gabriele Capannelli che cede Bontà delle Marche.

Non è una bella fotografia del mondo del commercio anconetano, anche l’assessore alle attività economiche e mercati, Angelo Eliantonio, ha raccontato l’altro giorno al Resto del Carlino di aver provato inutilmente ad attirare in centro il marchio di caffetterie Starbucks. Inutilmente, visto che la risposta è stata che “la città non è commercialmente interessante”.

Ne parla Massimiliano Polacco, direttore regionale di Confcommercio Marche Centrali.

Zara potrebbe lasciare presto il centro di Ancona per trasferirsi al Grotte Center di Camerano: cosa ne pensa?

“Lavorano sui grandi numeri, al di là dei problemi con il proprietario dell’immobile, forse hanno riscontrato delle difficoltà. Per agevolare la presenza di strutture che lavorano su grandi bacini d’utenza, serve una viabilità veloce e continua tra entroterra e centro città.

E bisogna spingere sul turismo. Ma ci vogliono anni e tanto lavoro e non sempre le grandi strutture come Zara hanno la pazienza di aspettare”.

Sarebbe una grave perdita per corso Garibaldi...

“Certo, Zara riesce a creare movimento nel centro storico, il suo spostamento sarebbe una perdita per il cuore di Ancona e per i suoi flussi commerciali.

Noi di Confcommercio cerchiamo di sostenere i centri storici e stiamo ragionando su un progetto di rivitalizzazione proprio di questa parte della città, che dà un’immagine della stessa”.

Come vede il “no” di Starbucks?

“Non è un bel segnale. Ma cosa pretendiamo da una multinazionale che ha interesse solo nel business, e non nell’economia territoriale? Sta a noi far ripartire il centro città”.

E la cessione di Bontà delle Marche?

“L’importante è che rimanga il know how dell’attività, un alimentari legato alla ristorazione: l’idea innovativa era proprio quella, cioè che i prodotti legati al territorio venissero acquistato o degustati. Il progetto resterà, l’importante è che ci sia innovazione”.

Quali le strategie da mettere in atto per il futuro?

“Bisogna andare in due direzioni: riportare le persone in centro, ricreare un valore per la passeggiata nel centro storico, e su questo stiamo ragionando. C’è bisogno di altre attività per il centro storico. L’altra direzione è quella del turismo. Questi due flussi possono ridare vita alla città. Ma insieme c’è bisogno che la viabilità e l’accessibilità siano migliorate, e questi due punti toccano all’amministrazione comunale”.