Nuova giunta Marche: nella Lega è scontro totale

Con tre assessori ‘promossi’ in Parlamento, il partito deve indicare due nominativi al governatore Acquaroli: fioccano i veti

Nuova giunta Marche e toto assessori. Da sinistra: Antonini, Tisi e Ciccioli

Nuova giunta Marche e toto assessori. Da sinistra: Antonini, Tisi e Ciccioli

Ancona, 28 settembre 2022 - Acque agitate in Regione per un rimpasto provocato da ben tre assessori che hanno preso il volo per la Capitale dopo il voto di domenica. Due esponenti della Lega (Mirco Carloni e Giorgia Latini) e uno di Fratelli d’Italia (Guido Castelli) sono stati eletti in Parlamento e dovranno essere sostituiti. E l’intenzione del governatore delle Marche Acquaroli è di fare presto per consentire alla macchina regionale di proseguire i lavori senza intoppi. Domani gli assessori diventati parlamentari parteciperanno al loro ultimo Consiglio regionale che dovrà approvare il bilancio e poi entro al massimo il prossimo Consiglio convocato per il 4 ottobre, il presidente vorrebbe chiudere la partita del "nuovo" esecutivo.

Ma tra il dire e il fare ci sono i mal di pancia all’interno dei partiti e, in questo caso, i problemi sono tutti interni alla Lega. D’altronde Fdi ha già deciso chi prenderà il posto di Castelli, vale a dire l’anconetano Carlo Ciccioli, attuale capogruppo del partito in Regione. Una nomina che consente ad Acquaroli di coprire anche il territorio del capoluogo di regione che fino a oggi non aveva un suo rappresentante nell’esecutivo.

Ma, come dicevamo, il clima è incandescente in casa Lega. Il risultato elettorale delle politiche ha lasciato il segno con percentuali dimezzate rispetto ad appena due anni fa. E i timori tra i consiglieri crescono anche guardando al futuro.

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Sul piatto, adesso, c’è la scelta di chi dovrà rappresentare il partito in giunta regionale oltre a Filippo Saltamartini, che sarà anche il vice di Acquaroli dopo l’addio di Carloni. E qui le frizioni interne non sono poche. Le indicazioni che arrivano portano a far entrare nell’esecutivo l’attuale consigliere ascolano Andrea Antonini, che prenderebbe le deleghe dello Sviluppo economico, dell’Agricoltura e dell’Internazionalizzazione e coprirebbe il territorio a sud rimasto orfano di ben due assessori, ovvero Castelli e Latini. Poi c’è da coprire la quota rosa e in questio caso il nome in pole è quello della fermana (altro territorio scoperto) Daniela Tisi, candidata alle ultime regionali ma non eletta. A lei andrebbero le deleghe di Cultura e Sport. Sarebbe una nomina politica ma anche tecnica se si pensa che la Tisi ha un curriculum di tutto rispetto nel campo museale.

Su questa linea sembrebbe esserci anche l’avallo del commissario regionale della Lega Riccardo Marchetti. Ma non è così semplice. Ad alcuni consiglieri non piace l’idea di ricorrere a un "esterno" come la Tisi. E tra questi si può annoverare la fabrianese Chiara Biondi che aspira a essere lei la quota rosa in giunta.

Sul fronte ascolano il dissenso non interessa direttamente Antonini quanto la possibilità che con il suo ingresso nell’esecutivo e conseguenti dimissioni da consigliere prenderebbe il suo posto in aula Monica Acciarri, la ex segretaria dell’assessore alla Sanità marchigiana Almerino Mezzolani del Pd. Insomma un passato molto vicino ai dem almeno fino al 2015 che la rende poco "accattivante" agli occhi di numerosi leghisti.

E poi c’è il caso di Mauro Lucentini, il deputato uscente che tre giorni fa non non è stato riconfermato in Parlamento. Una parabola strana la sua: eletto consigliere reigonale nel 2020 dopo poco lascia l’Assemblea legislativa per entrare alla Camera come primo dei non eletti con l’arrivo di Giorgia Latini che diventa assessore regionale. Poi il governo Draghi cade e arriva la mancata rielezione. Quindi nel breve volgere di due anni Lucentini resta a casa. Da qui le pressioni per ritornare ad Ancona con il ruolo di assessore. Ma anche in questo caso lo sbarramento non è da poco.

E proprio ieri il gruppo del Carroccio si sarebbe riunito per cercare di fare chiarezza tra le varie fazioni in attesa del confronto con Marchetti e della conclusione del Consiglio federale della Lega riunito in via Bellerio dopo la pesante battuta d’arresto registrata alle politiche.