Ancona, il sindaco Mancinelli. "Ecco come sarà la città del 2019"

L'intervista al primo cittadino: "Il decreto sicurezza? Pessimo, ma non voglio violare le norme"

Il sindaco Valeria Mancinelli

Il sindaco Valeria Mancinelli

Ancona, 10 gennaio 2019 - Riparte da dove aveva iniziato, anzi da dove era stata interrotta. E’ stato un fine anno in apnea per il sindaco Valeria Mancinelli e la sua giunta che per giorni hanno atteso di comprendere gli estremi della manovra del governo centrale e sono ancora in attesa della firma del nuovo accordo per l’attuazione del bando delle periferie. Posto che il bilancio del Comune andrà discusso nei primi giorni di febbraio, che la firma con il governo sperano avvenga entro 3-4 mesi (tempo massimo stimato per la conclusione di tutto l’iter autorizzativo), nel frattempo vanno avanti con le certezze: i lavori sulle scuole e sulle strade, la nuova illuminazione del lungomare di Ancona, dal Vanvitelli fino a via XXIX Settembre, il rifacimento degli Archi (solo la prima parte del progetto) e sperano di mettere gli occhi sull’avvio dei lavori di recupero dell’ex Palazzo di vetro che però sarà fatto dall’Università. Questo sarà il 2019 per Ancona. 

 

Sindaco Mancinelli, è stata una conclusione di anno particolarmente difficile. Amministrazioni messe alla prova, soldi che dovevano arrivare e che non sono nemmeno nell’aria, bilancio nazionale che punta a tagliare risorse. Passiamo subito al nocciolo del discorso: ci saranno tagli nei servizi con tutta questa carestia?

«Faccio ordine e comincio dalla prima constatazione. Sì, è stato un anno difficilissimo e la partenza di quello nuovo è stata in salita. Eravamo convinti che avremmo tirato un po’ di fiato e invece non è così. Sicuramente la notizia di agosto scorso, dopo tanto lavorare e dopo tanto correre, mi riferisco al blocco dei fondi per l’applicazione del bando delle periferie, ci ha psicologicamente abbattuto. Non credevamo che da un giorno all’altro, dopo tanti sacrifici fatti e la corsa per presentare i progetti, ci venisse bloccato tutto. E’ cominciata quindi la battaglia che ha portato via tempo ad altre questioni e che ha inevitabilmente rallentato ogni processo. Ma abbiamo tenuto duro e l’abbiamo spuntata. Non senza conseguenze, visto che la somma in nostro favore è stata diminuita e visto che ancora stiamo qui a parlarne invece di vedere i cantieri di inizio lavori».

Poi il Natale al fulmicotone, e la manovra di bilancio. Cosa cambierà per il Comune di Ancona?

«Principalmente cambia che i soldi che sarebbero dovuti arrivare dall’Imu, e che già negli anni erano stati diminuiti nella sua somma complessiva, ora saranno diminuiti ancora e dovranno essere destinati a uno scopo ben preciso. Faccio chiarezza. Dei 2,3 milioni di euro che sarebbero dovuti arrivarci ne prenderemo solamente 1,4 milioni. Il che significa che questi 900mila euro, che poi sono molto di più se si considera il taglio applicato, dovremo ottenerli in qualche modo. Fino ad oggi non abbiamo tagliato un servizio e assicurato lo stesso trattamento ai cittadini con o senza risorse. A rendere la questione ancor più grave è il fatto che questi soldi dovranno essere impiegati in progetti di spesa corrente. Quindi la nostra libertà di movimento e anche il nostro modo di impiegarli sarà diretto dallo Stato. Significa che per altri motivi dovremmo trovare risorse differenti».

Nel frattempo sono diminuiti anche i lavoratori del Comune? Potete riprendere con le assunzioni?

«Sì, finalmente direi. Nove anni fa l’Amministrazione di allora poteva contare su 840 dipendenti, oggi ne abbiamo 716. Questo significa concentrare molte mansioni su un minor numero di persone. Finalmente però potremo reintegrare delle figure mancanti».

Anche quella del direttore generale?

«Siamo ancora alla ricerca, non è proprio semplicissimo. Sono figure altamente specializzate».

Il waterfront, ovvero il primo segnale che la città cambierà la sua immagine, che sarà più attenta ai suoi particolari. Ovvero l’illuminazione di tutto il lungomare di Ancona. Siamo allo start?

«Sì, l’assessore Simonella è andata alla presentazione dei progetti alla fine dello scorso anno ed entro quello in corso andremo invece all’appalto dei lavori. Da questo punto di vista il 2019 sarà un anno davvero importante».

Senza ripetersi ma solo per la necessità di mettere mano a tutto il patrimonio infrastrutturale, sarà ancora una volta l’anno della sicurezza. Strade, viadotti, scuole. In che misura?

«Nei primi cinque anni di questo mandato abbiamo impiegato a questo scopo 13 milioni di euro, speriamo di fare sempre di più. Per noi è una priorità rendere le scuole più sicure, lo stesso vale per le strade e credo che lo abbiamo dimostrato, e di certo i viadotti non li stiamo rimettendo a posto perché è accaduta la tragedia del Morandi, ma perché la spesa era in preventivo».

Mobilità, cosa cambierà?

«La fase degli espropri per la realizzazione della cicloviaria sta andando avanti. Sono pratiche queste che ci hanno portato via un po’ di tempo. L’impegno, in questo caso, è anche nella costruzione di un anello filoviario. Siamo avvantaggiati e il nostro percorso è quello di andare verso il green, quindi favorire la mobilità sostenibile fino ad arrivare a progetti che prevedono stanziamenti in favore di chi acquista auto elettriche».

Parcheggio San Martino e Stadio Dorico. Facciamo il punto?

«Entrambi nel 2019. I lavori partiranno in questi mesi, insomma riusciremo a vedere dei risultati. Il parcheggio sarà di particolare aiuto alla città e alla sua necessità di posti auto e la riqualificazione dello stadio Dorico è un po’ come riconoscere la nostra identità. E’ un pezzo importante di storia anconetana».

Spesa sociale, altro grande tema. Entriamo nello specifico?

«Che è poi quello che interessa le persone. Non c’è stato il taglio di nemmeno un euro né sui servizi alla persona né sui servizi per il sociale e l’assessore Capogrossi (seduta di fianco a lei) lo può confermare. Certo, il lavoro è stato tanto. Abbiamo cercato di reperire risorse ovunque, abbiamo cercato di prendere ‘spicci’ ad ogni possibile chiamata e per ogni possibile progetto. Il 2019 apriranno i Poliambulatori dell’ex Umberto I e questa mi sembra una buona notizia. Quel plesso tornerà a vivere (la proprietà dell’immobile alle spalle invece sembra passare nelle mani di un fondo che potrebbe richiedere diversi cambi di destinazione, diversi dalle abitazioni, perché gli appartamenti non sono stati venduti, ndr)».

I grandi contenitori, tutti rimasti al loro posto, ex liceo Savoia compreso. Che fare?

«Tutti tranne l’ex Palazzo di vetro. Quando la Politecnica vi presenterà il progetto rimarrete molto contenti. Sono progetti però che poggiano su gambe economicamente forti. Nessuno si inventa niente. Sugli altri deve capitare l’occasione. Ci devono essere persone o società interessate, ci devono essere i soldi e la voglia di realizzare tutto in poco tempo. Da parte del Comune non può che esserci la disponibilità ad agevolare i processi decisionali nelle pratiche come è stato fatto per chiunque o per l’ex Metropolitan. Ripeto però che abbiamo bisogno di investitori, la nostra può essere solo una attività di mediazione».

Poi c’è il decreto Sicurezza del governo su cui si sono espressi contrariati diversi sindaci del suo stesso schieramento politico...

«L’applicazione del decreto sicurezza e immigrazione pone un serio problema: costringe in clandestinità coloro che fino a ieri godevano di un sistema di protezione specifico, ovvero la protezione umanitaria e peggiora la vita di tutti. Nel frattempo però la legge è vigente e un sindaco deve gestirne le conseguenze. Non ho nessuna intenzione di violare la norma o meglio costringere un funzionario pubblico a farlo. Nessuno mi tiri per la giacca su questo. Perché sarebbe costringere un dipendente pubblico a commettere un reato, mentre il politico si limiterebbe a fare la sua battaglia, appunto politica. Ciò è inaccettabile. Esprimo però il mio forte disappunto per l’utilizzo propagandistico, spesso in tutto lo spettro politico, che si fa di un tema complesso, drammatico, a volte tragico, come quello dell’immigrazione. Se stessimo di più sulla sostanza dei problemi, senza disperdere troppe energie, forse qualche strada migliore la troveremmo».