Sanremo 2017, Nesli e Alice Paba cantano Rino Gaetano e 'Do retta a te'

Per l’ex rapper di Senigallia è la seconda partecipazione al festival

Nesli e Alice Paba, in gara a Sanremo 2017 (Foto Lapresse)

Nesli e Alice Paba, in gara a Sanremo 2017 (Foto Lapresse)

Sanremo, 3 febbraio 2017 - Martedì scatta la lunga maratona di Sanremo. E’ in corsa c’è anche il senigalliese Francesco Tarducci, in arte Nesli, che proporrà il brano ‘Do retta a te’ insieme alla giovane Alice Paba. Per l’ormai ex rapper è la seconda volta al festival, dopo i consensi ottenuti lo scorso anno da ‘Buona fortuna amore’ (VIDEO).

Nesli, come sono andate le prove di questi giorni?

«Bene, in modo sereno. Essendo la seconda volta sono più tranquillo. C’è emozione, ma non più la tensione dell’esordio. Ho visto facce e luoghi familiari, e questo mi ha rassicurato».

E poi quest’anno non è solo.

«Infatti. C’è Alice, e quindi ho qualcuno con cui condividere ansie e preoccupazioni. Tra noi si è creato un clima da gita scolastica. Lei è giovane, socievole, un po’ pazzerella, come me».

Come nasce la collaborazione?

«C’è stato innanzitutto il sigillo di Brando, mio produttore, amico e punto di riferimento. Già il fatto che lavorasse con lui mi faceva essere in sintonia con lei. Quando poi l’ho sentita mi è piaciuta subito».

image

Lei, Alice, la racconta così: ‘E’ successo tutto in modo naturale. Stavo registrando le voci per il mio album, in uscita il 10 febbraio. Nesli è entrato nello studio, mi ha sentito e ha capito subito quale fosse il mio mondo musicale. Abbiamo pensato di unire le due dimensioni ed è venuta fuori una cosa davvero bella. Quando mi ha proposto il brano ho sentito subito che faceva parte del mio dna’. Nesli, quanto è ‘sanremese’ la canzone?

«E’ una canzone che mi rappresenta appieno».

A qualche giornalista non è piaciuta.

«In realtà ho letto un sacco di cose belle sul brano. Non mi fossilizzo sui pochi a cui non è piaciuta. Magari si ricrederanno».

Ha ricordato che lo scorso anno a Sanremo avvertiva dei pregiudizi nei suoi confronti.

«E’ dall’inizio della mia carriera che avverto pregiudizi contro di me. Quel che conta è essere stato confermato tra i big».

Con il rap ha chiuso?

«Il rap mi ha stancato. E’ un capitolo comunicativo terminato. Io in realtà potrei dedicarmi a qualsiasi genere. Ho fatto anche un disco folk. La mia attitudine è questa. Non mi precludo niente. Magari neanche il ritorno al rap. Niente è per sempre».

Molte nuove leve della canzone vengono dai talent. Lei invece ha fatto la gavetta.

«Ho iniziato a diciotto anni, fra alterne fortune. Scrivere canzoni è sempre stata la mia passione. Sapevo di essere questo. Volevo fare questo e nient’altro. Oggi è più facile farsi notare. Ma solo se hai qualcosa da dire puoi uscire dal coro».

Come cover canterete ‘Ma il cielo è sempre più blu’ di Gaetano. Chi l’ha scelta?

«Io. Rino è sempre attuale, perché era molto avanti. L’arrangiamento è nervoso, punk-rock. Molto divertente».