Ancona, la sconfitta pesa sull’ambiente. Dopo Cesena tante domande senza risposte

La squadra sembra essersi indebolita, ma c’è l’attenuante dei tanti nuovi innesti: si può sperare che il periodo di adattamento finisca presto

Ancona, la sconfitta pesa sull’ambiente. Dopo Cesena tante domande senza risposte
Ancona, la sconfitta pesa sull’ambiente. Dopo Cesena tante domande senza risposte

La disfatta di Cesena pesa. Sulla squadra, sulla società, soprattutto sul morale della tifoseria dorica, numerosissima al Manuzzi, l’altra sera. Quel 4-0 brucia a maggior ragione perché maturato davanti a una tifoseria encomiabile che ha cantato per tutta la partita e che alla fine, di fronte alla squadra, le ha ricordato che "Undici leoni, in campo vogliamo undici leoni". L’Ancona ha lottato alla pari con l’avversario per un tempo, poi nella ripresa è progressivamente scomparsa, dopo l’uno-due di Corazza che di fatto ha sigillato l’esito dell’incontro. Le domande nel dopo gara sono tante, ma quella che preoccupa di più è quella che riguarda il reale valore della squadra vista martedì.

Senza Donadel, senza Perucchini – argomento trattato a parte – e di fronte alla formazione che più di tutte punta dichiaratamente al salto di categoria, un Cesena che già nell’undici di partenza ha mostrato un livello d’esperienza decisamente superiore a quello dei dorici, l’Ancona ha fatto una figuraccia. Dunque, il valore attuale di Gatto e compagni è quello visto contro il Cesena? Il gap nei confronti delle squadre di vertice del girone, che durante lo scorso anno s’era assottigliato tantissimo, è effettivamente quello di martedì scorso? Tra l’altro, in un confronto tra stagioni, l’Ancona di Colavitto è andata incontro solo a una sconfitta bruciante, quella che è costata la panchina al tecnico di Pozzuoli, 3-0 ad Alessandria, mentre durante la più breve gestione di Donadel è la seconda volta che l’Ancona esce dal campo sconfitta 4-0: era accaduto a Recanati, in chiusura di regular season lo scorso anno, è successo nuovamente a Cesena.

Solo una partita sbagliata oppure la prova che questa squadra vale meno di quella dello scorso anno e che in un girone così competitivo farà fatica a ritagliarsi lo spazio e il risultato che si attende la tifoseria, cioè almeno l’accesso ai playoff? Difficile dare una risposta a queste domande dopo solo quattro partite, specie dopo una partita persa dall’Ancona senza il suo primo portiere e senza il suo allenatore in panchina.

Alcune cose, però, vanno sottolineate, e tra queste sicuramente che il fatto di aver cambiato così tanto, all’interno della squadra, necessita di un periodo di adattamento. All’Ancona serve tempo. E quest’inizio di campionato sembra, invece, metterle fiato sul collo, tra infortuni a raffica e partite deludenti. Sabato arriva la Juventus Next Generation e per l’Ancona sembra già una sfida che vale più dei tre punti in palio.

Giuseppe Poli