Ancona, promosso il finale di stagione Playoff a testa alta: ci sono le basi per crescere

Apprezzato il cambio di mentalità della squadra con l’arrivo del nuovo mister e i tifosi si sono stretti sempre di più intorno alla società

Davanti a circa 450 tifosi anconetani l’Ancona a Lecco ha recitato da protagonista l’ultimo atto della stagione, uscendo a testa alta dai playoff e lasciando, così, il palcoscenico nazionale con una prova d’orgoglio salutata con lunghi applausi, pur senza riuscire ad accedere ai quarti. I sogni di gloria dell’Ancona s’infrangono al 42’, quando la volée di Spagnoli su delizioso servizio di De Santis finisce tra le braccia di Melgrati e poi poco dopo, al triplice fischio dell’arbitro Carrione che sancisce la qualificazione del Lecco in virtù del regolamento che favorisce le squadre teste di serie. Ma i dorici scendono dal treno dei playoff imbattuti.

E’ un risultato che corona una stagione vissuta tra alti e bassi in cui la squadra, prima con Colavitto e poi con Donadel, ha complessivamente raggiunto un risultato migliore dello scorso anno: peggiore solo nella classifica conclusiva della stagione regolare, Ancona settima contro il sesto posto della stagione passata, ma con un numero maggiore di punti e poi, soprattutto, con quattro partite di playoff, mentre lo scorso anno i dorici erano usciti al primo turno. C’è un’Ancona "prima" e un’Ancona "dopo", però: prima viene quella di Gianluca Colavitto, trentasei giornate di campionato in cui la squadra è stata anche quarta e in cui s’è infilata in un tunnel, dopo la partita vinta in casa contro la Reggiana, da cui l’ha fatta uscire soltanto la decisione della società di cambiare allenatore.

E dopo c’è quella di Marco Donadel, due partite della stagione regolare – e poi le quattro di playoff – in cui l’Ancona ha cercato di ritrovare fiducia e di rimettersi in carreggiata per affrontare degnamente il finale di stagione dopo la Caporetto di Alessandria, che appunto è costata la panchina a Colavitto, ma anche dopo la figuraccia di Recanati con cui ha concluso indegnamente, ma priva di molti titolari, una stagione regolare alla ricerca della continuità.

Con Marco Donadel s’è vista un’Ancona diversa, più attenta in difesa – ma certi limiti non sono stati cancellati, anche a Lecco l’ennesimo gol subito su palla inattiva –, più equilibrata in campo, soprattutto più forte mentalmente, pronta a reagire alle situazioni avverse, a rovesciare una partita negli ultimi minuti, pronta a non abbattersi ma a lottare sino in fondo.

Proprio come ha fatto a Lecco, dopo aver fallito l’occasione che avrebbe potuto promuoverla agli ottavi, comunque capace di mettere alle corde il Lecco, di schiacciarlo nella propria area di rigore, di provarci sino alla fine, sino all’ultima goccia di sudore. Il pubblico dorico ha apprezzato. Le basi per crescere nella prossima stagione, anche e soprattutto a livello societario, ci sono tutte. E in questo è decisamente un’Ancona "promossa".

Giuseppe Poli