Ancona, troppe assenze pesano sulla squadra

I ragazzi di Colavitto si sono presentati all’appuntamento carrarese senza cinque pedine che dovrebbero comporre la formazione ideale

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ANCONA

Il capitombolo dell’Ancona a Carrara non è certo un dramma, ma lascia riflettere su molte cose. La squadra ha giocato un discreto primo tempo e un buon quarto d’ora della ripresa in cui è stata "dominante" come dice Colavitto, ma poi ha preso due schiaffoni dalla Carrarese da cui non ha saputo più riprendersi. Ha mostrato impegno, cuore, ha alzato il ritmo a inizio secondo tempo, ma è stata punita, forse eccessivamente nel risultato, dai due gol della formazione apuana. Due reti probabilmente evitabili, mentre dall’altra parte ha costruito un’unica e doppia palla gol, prima su deviazione di un avversario, e poi sulla respinta della traversa con il colpo di testa di De Santis.

Un’occasione da gol enorme - molti hanno visto la palla di De Santis superare la riga di porta, le riprese televisive non aiutano a capire -, ma nata da una circostanza fortuita. Nell’arco dei novanta e più minuti di gioco, però, l’Ancona non ha fatto nessun tiro in porta su azione costruita: a Carrara negli ultimi venti metri i dorici sono davvero mancati. Il turnover effettuato da Colavitto ha, di fatto, privato l’attacco di un elemento come Di Massimo, la difesa di uno come Mondonico e il centrocampo di un giocatore non appariscente ma d’ordine come Gatto, il tutto in una situazione già difficile, dettata dalle assenze di Paolucci e Petrella. In sintesi: con le assenze degli ultimi tempi la squadra è corta, in campo ci sono spesso e sempre gli stessi giocatori e con le partite ravvicinate del periodo la fatica si fa sentire. Anche da questo, probabilmente, deriva il momento poco brillante di Gatto e compagni, che a Carrara hanno incassato una brutta sconfitta, brutta come il ko in casa come il Montevarchi. Con la sconfitta di Carrara l’Ancona scivola così al decimo posto, tra gli ultimi dell’ammucchiata di vertice, che va dalla capolista Reggiana a quota 33, alla Lucchese undicesima a 24. Poi nella graduatoria del girone ci sono 7 lunghezze prima di ritrovare la Torres e le squadre alle sue spalle. La classifica dell’Ancona è al minimo sindacale, ultimo posto utile per raggiungere i playoff, ma non è preoccupante. Ciò che preoccupa, invece, è che questa squadra mostra di risentire delle assenze dei giocatori principali: Paolucci e Petrella sono due elementi che Colavitto ha chiaramente mostrato di volere nell’undici di partenza, alla pari di altri che a Carrara hanno cominciato dalla panchina, come, appunto, Mondonico, Gatto e Di Massimo. L’Ancona s’è presentata al difficile appuntamento allo stadio dei Marmi senza cinque pedine delle undici che dovrebbero comporre la formazione "tipo" e la rosa a disposizione di Colavitto non è così lunga da prevedere in panchina molti giocatori in grado di sostituire i primi undici. Tra l’altro, Moretti non sta attraversando un gran momento e Lombardi e Mattioli sono ancora giocatori acerbi. E adesso c’è anche Spagnoli a tenere in allarme l’Ancona che spera di poter recuperare il bomber per la partita contro l’Alessandria. E’ un momento così. Inutile drammatizzare, ma non si può minimizzare.

Giuseppe Poli