"Dateci fiducia e non fateci mancare sostegno"

Si presenta la nuova Jesi Basket Academy, la vecchia Aurora, e la tifoseria mugugna. La proprietà: "Questa soluzione ci permette di continuare"

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di Gianni Angelucci

No Aurora? No party! "Il basket a Jesi si chiama Aurora mai tiferemo una squadra che porta un nome diverso sulle maglia". Nasce sotto cattiva stella, eufemismo, l’avventura della Jesi Basket Academy, erede della storica società fondata nel 1966 da Carlo Barchiesi, Primo Novelli e Gianni Rossetti e chiusa - senza preavviso - da parte dei nuovi proprietari, uno dei motivi dell’indignazione della tifoseria presente in buon numero ieri pomeriggio alla palestra Novelli alla presentazione della nuova società. A poco sono servite le spiegazioni dell’ex amministratore unico Lardinelli per ‘giustificare’ i motivi di una operazione improcrastinabile cui la retrocessione al termine della stagione 2019 e il Covid degli ultimi anni hanno solo accelerato i tempi. "Le incertezze legate alla pandemia e la riforma dei campionati hanno acuito le difficoltà economiche esistenti – spiega Lardinelli – questa soluzione permette all’Aurora di continuare la sua attività a livello giovanile mantenendo il nome originario e la foresteria e alla nuova società di poter programmare un futuro migliore che da tempo l’ing. Ciaccafava auspica a livelli superiori". "Sponsor e pubblico sono due elementi indispensabili nello sport nel basket in particolare, solo così una società può crescere e prosperare – si sbilancia Massimiliano Del Conte numero uno della nuova società – questa di Jesi non è una scelta casuale tantomeno un progetto speculativo, capisco la vostra diffidenza, (rivolto ai tifosi) lasciateci il tempo di lavorare poi giudicherete".

In prima fila alla ricerca di sponsorizzazione e coinvolgimento dell’imprenditoria jesina (coraggiosa operazione in tempi a dir poco complicati) il nuovo amministratore unico Villani, a riportare un minimo di serenità Daniele Ciaccafava, socio col 30% di quote della nuova Academy. Perché ingegnere non ha provato a prendersi il 51%? "Sapete quanto sia grande la mia passione per il basket (in passato discreto giocatore e buon arbitro) ma mi manca il tempo materiale per seguire una società di questo livello e inoltre non ho mai creduto all’uomo solo al comando. La società deve essere fatta di più persone, anche a me è dispiaciuto tantissimo questo cambio di nome ma posso garantire che non si poteva fare diversamente. Ai tifosi chiedo di avere fiducia e di non farci mancare il loro sostegno". La società prova a giustificare ‘burocraticamente’ il mancata avviso alla città del cambiamento, per i tifosi un preoccupante segnale di mancanza di chiarezza che, promettono, non potrà non ripercuotersi sulle future vicende della neonata Academy. Alla fine la tifoseria uscita anzitempo dalla palestra annuncia lo sciopero ad oltranza. Proprietà spiazzata ma forse non del tutto impreparata al risentito scetticismo dei suoi tifosi. Peggio di così, insomma, non si poteva cominciare…