Ermini, il suo gol e il boato: "Emozione unica"

Il pareggio a Bologna valse la promozione in serie A dell’Ancona: "E’ il ricordo più bello della mia vita, qualcosa di indimenticabile"

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Quel suo gol da pochi passi, il 7 giugno 1992 a Bologna, è una pennellata d’autore nella storia dell’Ancona. La rete di Franco Ermini alla fine del primo tempo permise alla squadra di Vincenzo Guerini di riequilibrare il vantaggio del Bologna realizzato da Turkylmaz, e quindi di uscire dal Dall’Ara con quel punto che garantì all’Ancona di Longarini la prima e storica promozione in serie A. Un gol storico quanto indelebile, che arrivò a suggello di un’annata formidabile e che diede il là al tripudio biancorosso: un boato in curva al Dall’Ara fu il preludio a quello che si scatenò al triplice fischio e quindi per strada, al ritorno verso Ancona, e poi per le vie della città. Franco Ermini, il suo gol a Bologna nel 1992 valse all’Ancona la serie A: come se lo ricorda?

"Come fosse ora. Un’emozione magnifica che è sempre dentro di me, che ho condiviso con tutti compagni, quel giorno, nel dopo partita e poi per finire al Passetto".

Ci racconti un aneddoto di quel giorno.

"E’ il ricordo più bello che ho ed è il viaggio di ritorno in pullman, due ore di festeggiamenti e di canti. E poi ancora più emozionante le altre due o tre ore che impiegammo dal casello di Ancona nord al Passetto. Perché c’erano davvero tantissime auto in coda che festeggiavano il nostro traguardo".

Ha segnato gol più importanti di quello?

"No. Forse altrettanto emozionante ma vissuto in tutt’altro modo fu il mio primo gol in serie A con il Torino, ma ero un ragazzo di 19 anni. Per importanza non c’è paragone con quello di Bologna, da centrocampista i miei gol li ho sempre fatti, e questi due sono certamente quelli più emozionanti della mia vita. Ma dei due il gol che ci portò in serie A pesa indubbiamente di più".

Quella promozione che posto ha nel suo cassetto dei ricordi?

"Prioritario, senza alcun dubbio. E’ stato il mio momento più bello della mia carriera, al di là del valore della promozione, per tutto quello che ha rappresentato per la città, e poi il rapporto con i compagni, con il tifo dorico .Se dopo trent’anni c’è ancora entusiasmo per questa festa, significa che allora è stato fatto qualcosa di davvero grande per la città".

Dunque Ancona ancora nel cuore?

"Senz’altro. Lì ho ancora degli amici, ci ho passato tante vacanze, ad Ancona mi sento a casa mia. Sono stati anni davvero significativi della mia vita".

E dire che in quell’anno eravate partiti senza i favori dei pronostici, anzi.

"Beh, però era una squadra collaudata, in cui erano stati fatti gli innesti giusti da Italo Castellani. Ed era un gruppo molto affiatato. E con buoni giocatori. Tutta una serie di fattori che contribuì a quel risultato. Per vincere un campionato tutte le componenti devono essere al posto giusto al momento giusto e questo accadde nell’Ancona, grazie anche al lavoro degli anni precedenti".

Quale fu, secondo lei, l’ingrediente vincente di quel gruppo?

"Intanto non si vince con i giocatori scarsi, chiunque sia l’allenatore. Quindi avevamo una buona squadra, per cominciare. Però si sa, tante volte una buona squadra non basta. Ma in quell’Ancona c’era anche un ottimo rapporto tra squadra, allenatore e società, e tra gli stessi giocatori. E’ stata una serie di concomitanze positive a portarci in serie A".

E il suo gol. Cosa si aspetta dalla celebrazione di martedì prossimo?

"I ragazzi di oggi sanno di quell’Ancona dai racconti di chi c’era allora, e la memoria storica è un aspetto importante della società. E questa festa permetterà a tanti di ripercorrere quel percorso. E a me di rivivere quei momenti, con l’emozione di poter rivedere e riabbracciare tutti i ragazzi del 1992 e mister Guerini".

Giuseppe Poli