General Contractor, match insidioso Con la Halley serve concentrazione

General Contractor – Halley Matelica, derby inedito (almeno a queste latitudini, i precedenti più recenti risalgono al secolo scorso, anni 80 campionati di serie D) che nasconde molte più insidie di quanto i numeri, intesi esclusivamente come classifica, al momento non sembrano esprimere. Jesi quarta in classifica a quota 14 in nutritissima – eufemismo compagnia, addirittura sette le squadre assestate a quota 14 - Vigor Basket cenerentola del girone col tabellino delle vittorie ancora desolatamente vuoto. Fin troppo semplice ipotizzare per la truppa di coach Ghizzinardi un pomeriggio, pardon, una serata (palasport prenotato da altra manifestazione sportiva, palla a due rinviata di un paio d’ore, si gioca alle 20) semi-vacanziera se non ci fossero di mezzo altri fattori, non tutti necessariamente tecnici, legati a questo tipo di sfide: il campanile per esempio (anche se il derby vero è, e resta, ci mancherebbe, quello con i cugini fabrianesi), l’orgoglio e la voglia da parte di una neo promossa di non sfigurare sulle tavole anguste di uno dei templi del basket marchigiano - sulle retine dei canestri del vecchio PalaTriccoli hanno lasciato un segno indelebile i Gallinari, i Melli, i David Moss, sulle panche si sono seduti coach che rispondono ai nomi celeberrimi di Ettore Messina o del Poz … e, perché no?, dopo la serie negativa di undici sconfitte, l’alea della legge matematica dei grandi numeri, da sempre imponderabile variabile negli sport di squadra. Per la General Contractor, reduce dal doppio golpe esterno di Senigallia e Fiorenzuola che ha rilanciato alla grande le quotazioni orange nella borsa del campionato, l’obbligo di restare concentrata sull’obbiettivo e fare a tutti i tifosi (anche a quelli che per scelta restano a casa) il regalo di Natale più gradito …

Gianni Angelucci