Salto in alto, Tamberi fa il record italiano

Al meeting di Colonia. 'Gimbo': "Il mio vero obiettivo sono i Giochi olimpici di Rio"

Gianmarco Tamberi

Gianmarco Tamberi

Ancona, 2 luglio 2015 - Gianmarco Tamberi vola sul tetto d’Italia. Straordinaria impresa dell’azzurro di Offagna, che stabilisce il record italiano assoluto nel salto in alto all’aperto vincendo con 2.34 al meeting di Colonia, in Germania. L’altista ventitreenne, figlio d’arte e allenato dal papà Marco, riesce a battere il precedente 2.33, ottenuto da Marcello Benvenuti a Verona nell’1989, ed eguagliato nella stagione in corso - ma in una competizione indoor - da Marco Fassinotti.

Tamberi centra il suo record personale, dunque, saltando ben 3 centimetri in più di quel 2.31 con cui si era aggiudicato il titolo tricolore assoluto nel 2012 a Bressanone, misura che gli aveva consentito di qualificarsi per le Olimpiadi di Londra. L’exploit è giunto al culmine di una serie di gare in crescendo, iniziata con la vittoria di giovedì a Lisbona con 2.25 e proseguita domenica a Bühl, in Germania, con un secondo posto a quota 2.28. Nelle liste mondiali dell’anno Tamberi si inserisce al quinto posto per candidarsi a un ruolo da protagonista in occasione della prossima rassegna iridata a Pechino a fine agosto.

Nel palmarès dell’anconetano già quattro finali assolute nei Campionati Europei: due volte quinto (all’aperto nel 2012, indoor nel 2013) e altre due volte settimo (outdoor nel 2014, in sala nel 2015). Nel 2011 ha conquistato il bronzo agli Europei juniores.

«Questa gara è stato uno tsunami!» è il commento di un incontenibile Gianmarco Tamberi dopo il record, quello conquistato con il «solito» look che non passa certo inosservato, con un lato del volto ricoperto dalla barba e l’altro lato rasato. «Era una vita che sognavo di arrivare a certe misure. Ho fatto solo un errore a 2.24 e lì mi è arrivata la scossa e mi sono detto: dai, Gimbo, adesso si sale. E così poi ho fatto tutto alla prima: 2.28, 2.30, 2.32 e 2.34. Anche i due tentativi a 2.36 non erano affatto male, magari sarà per la prossima volta. Ho fatto tre gare in sei giorni e ora mi attende l’Universiade in Corea del Sud. La cosa bella è che per la prima volta mi sento libero da qualsiasi dolore o fastidio fisico. Il record è una gran cosa, ma il mio vero obiettivo sono i Giochi Olimpici di Rio 2016, passando per Pechino 2015».