"Inizia la mia avventura: è la gara della vita"

Gianmarco Tamberi è pronto: alle 2,15 di venerdì cercherà di staccare il pass per la finale. "Scalpito. Ho fatto tutto quello che dovevo"

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Brividi, emozioni forti. Scocca l’ora olimpica di Gianmarco Tamberi. Finora ha guardato le gare degli altri ma "adesso devo staccare, concentrarmi su me stesso, perché non riesco ad essere distaccato, quelle emozioni lasciano traccia dentro di me. Ora comincia la mia Olimpiade". Domani, quando in Italia sarà notte fonda, le 2,15 dell’ultimo venerdì di luglio dell’anno olimpico (le 9,15 a Tokyo), il Gimbo nazionale cercherà di staccare il pass per la finale olimpica di domenica di salto in alto. "Brividi" come ha scritto Tamberi nel post social dopo l’ultimo allenamento prima di lasciare il camp preolimpico di Tokorozawa per entrare nel Villaggio. Una foto con l’altista dorico che corre a torso e piedi nudi, pantaloncini azzurri, occhiali da sole e cuffie nelle orecchie. "E’ in forma ed è molto carico" assicura tutti la sua futura sposa, Chiara, che ieri l’ha salutato. Lei alloggia in un hotel di Tokyo, a pochi passi da Casa Italia. "Ha fatto l’ultimo allenamento di tecnica prima della gara ed è andato molto bene. Sono stati dei giorni abbastanza tranquilli. Il raduno gli è servito per rilassarsi, concentrarsi, smaltire un po’ il fuso, anche se non riesce a dormire molto" confida la fidanzata. Comprensibile. La tensione sale ora dopo ora. Inevitabile. Davanti all’altista dorico gli si sta parando la magnifica ossessione. E’ stata definita così dal dt Antonio La Torre, già diversi anni fa, la corsa verso i Giochi di Tamberi. Che ha dovuto saltare Rio per infortunio. Nove anni sono passati invece da Londra dove si fermò alla qualificazione. Stavolta è diverso. "E’ l’appuntamento più importante della mia vita, e non vedo l’ora di affrontare la gara - dice il primatista italiano di salto in alto, classe 1992 -. Scalpito, letteralmente. Ho fatto tutto quel che dovevo. Se mi volto indietro, vedo tutte le mie scelte, e non le cambierei. Ho messo l’atletica davanti a tutto, con l’obiettivo di tornare al top, arrivare a giocarmi qualcosa di grande con i migliori saltatori del mondo. Credo di esserci riuscito, e per questo, sono sereno. Guardo al mio percorso con il sorriso". Rispetto a Rio "ho meno sicurezze di allora. Ma ho le stesse ambizioni, gli stessi sogni. Agli avversari di ieri se ne sono aggiunti altri". Tanti i pretendenti alle medaglie. "La gara dell’alto credo sia una delle più equilibrate. Quasi tutti gli iscritti hanno delle possibilità di entrare in finale. Con l’accesso fissato a 2,33 non poteva essere altrimenti". Senza pubblico, e chissà se Gimbo si presenterà con mezza barba e con i capelli biondo platino come agli Europei, e con la qualificazione al mattino. Ad Ancona, nel tricolore indoor 2020, nella simulazione proprio della gara preolimpica, non fu proprio un successo. Ma sono "due anni che lavoro su questo. Sono stato seguito anche da uno specialista del sonno, non credo che l’orario rappresenti più un problema. La qualificazione sarà una gara vera e propria, seguita poi dalla finale. Il livello è altissimo. Dai russi Ivanyuk e Akimenko, al bielorusso Nedasekau, il qatarino Barshim, lo statunitense Harrison". E Tamberi dove si posiziona? Nel gruppo dell’aristocrazia mondiale. "Credo di essere nel gruppo, me lo merito. E credo che se si facesse la stessa domanda a loro mi metterebbero nel gruppo". Servirebbe quella continuità che gli è mancata nella stagione all’aperto dopo un inverno da applausi. "Quello che conta era arrivare qui nella condizione giusta, al meglio delle proprie possibilità. Credo di esserci riuscito". Adesso sarà la pedana a emettere i verdetti definitivi. Per un venerdì di emozioni forti come quando ieri ha salutato Chiara. "E’ stata una giornata un po’ difficile, un attimo un po’ emozionante, una sensazione strana, sono agitata. Come stare qua vicino, ma non poter andare allo stadio a vederlo gareggiare fisicamente è una cosa abbastanza straziante essendo a soli dieci minuti da lui. Lo guarderò alla tv, forse a Casa Italia", chiude Chiara.

Michele Carletti