Ancona, 28 agosto 2024 – Magic Gimbo è tornato. Il successo di Chorzow, nell’appuntamento di Diamond League di domenica scorsa, ha dimostrato che Gianmarco Tamberi ha ancora tanta voglia di stupire, di mettersi in mostra, di dimostrare tutte le sue straordinarie capacità. Dopo l’odissea vissuta alle Olimpiadi di Parigi ha il sapore del riscatto, della rinascita. E non stupisce il suo allenatore.
Giulio Ciotti, a Chorzow quella di Gimbo è stata un po’ una rinascita?
"Gianmarco s’è presentato alle Olimpiadi che poteva battagliare per la vittoria, dopo il 2.37 di Roma ci aveva fatto ben sperare. Poi abbiamo avuto un po’ di problemi, l’infortunio in Ungheria che abbiamo superato, e tutto il resto. Ma non può stupire che lui vinca con 2.31. Credo si sia frainteso quello che è accaduto: qualcosa di imprevedibile, assolutamente, che l’ha messo fuori causa. Ma poi con il trascorrere dei giorni s’è curato, ha fatto tutto il percorso medico necessario senza mai fermarsi del tutto, anzi, gli avevano detto che l’allenamento lo avrebbe anche aiutato nell’espulsione del calcolo. Ha avuto una colica nella notte della finale olimpica, era difficile immaginare che potesse essere in grado di competere. Ma Gianmarco ha ancora voglia di dimostrare che c’è e che ci sarebbe stato. E’ il suo pane, vive di queste situazioni. E poi gli attacchi piuttosto spiacevoli che ha ricevuto lo hanno caricato ancora di più".
Se l’aspettava quest’affermazione, dopo i giorni di Parigi, dopo quell’odissea?
"Assolutamente sì. Poi vincere o non vincere dipende anche dagli altri. E’ stato bravo, vigile in pedana, ha sfruttato quelle che sono state le debolezze degli altri. A 2.31 ha avuto possibilità di mettere la testa avanti e lo ha fatto. In queste cose non ha rivali". Quanto avete sofferto, lei e tutto lo staff, le vicissitudini di Gimbo a Parigi?
"Sono passate due settimane, per noi è stato tutto molto difficile. Gianmarco vive intensamente i suoi obiettivi e anche noi, di conseguenza, abbiamo vissuto in maniera profonda le problematiche e gli step che abbiamo affrontato insieme nell’avvicinamento a Parigi. Tutti abbiamo sofferto per questo atto incompiuto, perché non abbiamo perso sul campo e non sappiamo cosa avrebbe potuto fare Gianmarco. L’anno scorso in condizioni peggiori a Budapest vinse con 2.36, pensavo che a Parigi potesse valere una misura intorno al 2.38-2.40, anche perché con l’esordio a 2.37 a Roma e con tutto quello che ancora mancava crescere tre centimetri era plausibile, non fantasia".
E’ un momento in cui, dopo le Olimpiadi, molti di quelli che hanno partecipato non sembrano al top. E’ così? Eppure Gianmarco…
"Sono molto complicate le gare dopo il grande evento. Ora bisognerà vedere l’appuntamento a Roma, ci sarà da divertirsi. Sicuramente chi ha speso di più non ha recuperato a sufficienza e ci sta. Ma la Diamond League è anche questo".
La testa in un atleta conta tantissimo. Come sta adesso Tamberi dopo il successo di Diamond League in Polonia?
"Sono sicuro che il dolore per l’Olimpiade non è passato, era un pensiero continuo e non credo sia svanito. Certe cose che lui ama fare, come saltare, ricevere l’affetto del suo pubblico, competere con i suoi avversari, gli stanno facendo bene".
Adesso c’è il Golden Gala Pietro Mennea a Roma, cosa aspettarsi?
"Di tutto, anche il suo primato personale. L’obiettivo a inizio stagione era provare a saltare 2.40. Non mi stupirei se arrivando lì, nella pedana in cui quest’anno ha fatto la sua gara più bella (lo show di giugno agli Europei con 2.37, ndr), possa fare una grande prestazione. Lui si diverte e si esalta quando l’asticella sale e quando sente che può farcela".