Parola a Mastronunzio

"Volevo smettere. Se torno è per vincere l’Eccellenza"

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"Per tanti di noi il calcio è un lavoro per molti altri è una semplice passione, quando si è fatta largo l’ipotesi del ritorno ad Ancona per tre, quattro giorni ho faticato a dormire perché non mi sarei mai aspettato la chiamata. Mi ha stupito e inorgoglito". Con quei 109 gol segnati in due parentesi diverse, Salvatore Mastronunzio non è uno qualunque in biancorosso. Ne ha scritto la storia.

Il mercato è appena cominciato e durerà fino al 26 febbraio: quante possibilità ci sono che lei possa tornare ad Ancona per la terza volta in carriera?

"Sarei contento di ritornare, ci mancherebbe non fosse così. Il mio trascorso dalla C alla B, poi l’essere ritornato in Prima Categoria e poi in Promozione credo spieghi il legame e l’attaccamento che ho con la città e i tifosi. Però tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare, quindi bisogna aspettare e capire se l’operazione sia fattibile. Sotto tanti punti di vista. Viviamo alla giornata, ma ci tengo a sottolineare come sia grato al Montefano perché sono stato e tutt’ora sto benissimo lì, quindi ci sono delle situazioni da valutare anche con la mia attuale società".

Due estati fa non si lasciò benissimo con Stefano Marconi e la società, ma per un suo eventuale ritorno peserà anche la volontà del presidente, oltre che la sua?

"Con lui ho parlato un paio di volte (la seconda mercoledì pomeriggio, ndr), in passato abbiamo potuto sbagliare o pensarla in maniera diversa, ma adesso c’è stata la voglia di chiarire e di parlare per ricominciare un nuovo rapporto e reputo questo un comportamento da persone intelligenti. In questi incontri abbiamo parlato faccia a faccia e ci siamo detti cosa pensavamo entrambi l’uno dell’altro".

È stato Marco Lelli a fare il suo nome: è sorpreso?

"Ho sempre pensato che mister Lelli, per il rapporto che c’è tra noi, un giorno potesse fare il mio nome. Adesso è successo, ma oltre al mio ha fatto anche quello di Rizzato. I numeri sono dalla sua parte e dalla mia, ma se tornassi mi dovrei rimettere in gioco, prendermi le mie responsabilità e soprattutto vincere il campionato perché Ancona non può continuare a giocare in Eccellenza".

L’Anconitana è convinta non solo di far tornare lei, ma anche Simone Rizzato: un suo grandissimo amico?

"Simone nella mia vita non è importantissimo, ma di più. Con lui ho un legame che va oltre il calcio e che dura da 12 anni. Se dovessero esserci i nostri ritorni, giocarci insieme di nuovo mi renderebbe ancora più felice e orgoglioso, perché conosco tutto di lui".

Come ha vissuto lo stop di primavera?

"Durante il lockdown mi era venuta anche la voglia di mollare tutto e dire basta perché la situazione era snervante: stare a casa due mesi, non poter uscire. Ma Gianfelici (direttore generale del Montefano, ndr), con cui parlavo costantemente al telefono, mi ha tranquillizzato dicendomi che la società avrebbe puntato su di me. Alla ripresa degli allenamenti, quest’estate, appena ho rimesso piede in campo e nello spogliatoio la voglia è tornata e quindi sono ripartito a testa bassa allenandomi e preparandomi per giocare il primo scorcio di campionato".

E come sta affrontando questo secondo blocco?

"Aspettiamo novità per allenarci e giocare ed è dura allenarsi da soli senza il contatto con la squadra, coi compagni. Mi auguro che questo momento passi, per tornare a sudare e correre per giocare e segnare, qualunque sarà la mia scelta. Ho 41 anni, ma biologicamente ho tre anni in meno e voglio giocare ancora per posticipare il più a lungo possibile il momento di smettere".

Andrea Fiano