Recchi: "Sbancare il Manuzzi darebbe ancora più entusiasmo"

Il portiere ha giocato quattro anni con i romagnoli ma il cuore è biancorosso: "Castellani e Cadè mitici"

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Ha il cuore diviso in due Angelo Recchi, anconetano di nascita e non potrebbe essere altrimenti: da una parte Cesena, con cui in quattro stagioni ha condiviso la gioia della promozione in Serie A, dall’altra Ancona, città nella quale ha trascorso gli ultimi due anni di carriera e dove si è stabilito una volta appesi gli scarpini al chiodo. Lui la gara di domenica pomeriggio all’Orogel Stadium la seguirà con particolare attenzione, perché le emozioni che ha vissuto prima in Romagna e poi all’ombra del Guasco, occupano un posto importante nei suoi diciannove anni di attività agonistica. Le ottime prestazioni sfoderate col Cavalluccio gli spalancarono le porte dell’Inter, dove per anni fece da vice a Walter Zenga, ma il suo desiderio, da anconetano doc, è sempre stato quello di indossare la maglia col Cavaliere Armato.

Recchi cosa rappresenta per lei Cesena-Ancona?

"Per me rappresenta un momento molto importante, che mi evoca ricordi intensi: a Cesena ho giocato quattro anni, ad Ancona gli ultimi due della mia carriera. Qui volevo tornare quando ho iniziato a giocare a pallone: il mio sogno era quello di giocare per la squadra della mia città e ci sono riuscito".

Qual è il ricordo più bello che la lega ad Ancona?

"Sicuramente la salvezza raggiunta con Cadè in panchina e con Italo Castellani direttore sportivo, due figure estremamente importanti per il calcio anconetano: due grandi uomini e professionisti esemplari".

I dorici posso sperare nell’impresa?

"Penso che l’Ancona possa fare una grande partita e un gran risultato, che significherebbe una notevole iniezione di autostima per i prossimi impegni".

Da ex portiere, quanto contano in partite come queste le prestazioni degli estremi difensori piuttosto che quelle degli attaccanti?

"Per vincere queste partite risultano determinanti le prestazioni di tutta la squadra: i portieri, dal canto loro, possono dare il loro contributo con prove maiuscole, a volta anche di ordinaria amministrazione, sempre facendo sentire al sicuro i compagni".

Per l’organico di cui dispone, l’Ancona può puntare a lottare per le prime tre posizioni? "Credo che sia un organico decisamente attrezzato, anche se molto giovane: forse hanno bisogno di qualche piccolo ritocco, ma soprattutto di prestazioni super fuori casa, magari già da domenica, dove con una vittoria i giocatori tornerebbero con molta più fiducia in loro stessi".

Lei ha giocato dalla C alla A, fino all’Europa: cosa serve all’Ancona per provare a fare il salto di qualità?

"Penso che per poter aspirare a grandi traguardi il segreto stia nella programmazione: da questo punto di vista, l’Ancona credo stia intraprendendo la strada giusta. Adesso si tratta di insistere, ma l’importante è che arrivi tra le prime posizioni, senza magari fare necessariamente il salto di qualità in Serie B: l’importante è trovare le persone adatte per fare questo salto".

Gianmarco Minossi