"Sono tornato come prima dell’infortunio"

Tamberi supera i 2,35 e sfoga tutta la sua rabbia per gli attacchi ricevuti per Schwazer: "Non ho fatto nulla di male, ho anche pianto"

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Casa dolce casa. Nella "sua" Ancona Gianmarco Tamberi riconquista lo scudetto al coperto, ma soprattutto torna di nuovo primo al mondo in stagione. Da solo, con 2,35, staccando di un centimetro il bielorusso Nedasekau e l’ucraino Protsenko. In un 2021 iniziato alla grande per l’atleta dell’Atl-Etica San Vendemiano. Proprio nella Dorica a fine gennaio aveva esordito saltando 2,32, prima misura mondiale allora, con tanto di dedica al nonno venuto a mancare alcuni mesi prima.

Ieri, sempre al PalaIndoor, a due passi da casa, si migliora. Dedicando la misura e il tricolore indoor a tutti quelli che gli vogliono bene. A quei tifosi che ieri non potevano esserci nell’impianto di via della Montagnola per via delle porte chiuse causa Covid-19, ma che Gimbo non dimentica mai. L’aveva chiamati a raccolta poche ore prima della gara con un post social. "Ho bisogno di tutto il vostro sostegno, ultima gara prima dei campionati europei. Andiamo. Siete carichi o no?". Riscrive poi un altro post dopo aver ripreso quello scudetto indoor che gli era sfuggito l’anno passato, sempre in casa. Stavolta non gli sta dietro nessuno. Il secondo, Eugenio Meloni (Carabinieri), chiude a 2.20. Il terzo Stefano Sottile (Fiamme Azzurre) a 2,16. Per Gimbo sei salti senza errori: 2,16, 2.20, 2.26, 2.30, 2.33 e 2,35. In quest’ultimo sfoga tutta la rabbia accumulata in questi giorni per gli insulti ricevuti per il caso Schwazer. "Ne ho sentite di ogni tipo - scrive Gimbo, classe 1992, sui social -. Insulti di qualsiasi genere. Ho avuto incubi. Ho pianto. Ho avuto paura di arrivare a questi campionati italiani perso. L’urlo dopo il salto riuscito è stato uno sfogo enorme di tutto quello che portavo dentro, so di non aver fatto nulla di male, so chi sono e quali sono i valori che cerco di difendere. Tutto quello che è stato creato poi è un castello mediatico senza alcun senso con l’unico obiettivo di creare odio. Grazie a tutti voi, quelli che mi vogliono bene, quello che sanno davvero come stanno le cose. Grazie perché non mi avete mai abbandonato e avete sempre creduto in me. 235 amici miei, dedicato a voi, e ovviamente alla mia dolce metà (Chiara, ndr) che è l’unica a sapere davvero che cosa ho passato". Un 2,35 che fa sognare. "La strada è quella giusta. Ho chiuso quella parentesi, anni difficilissimi. Sono contento di essere diventato l’atleta che volevo essere dopo l’infortunio. Sento di dovermi riprendere quelle soddisfazioni. È un 2,35 che vale tanto, non solo per quel centimetro aggiunto al 2,34 di quattro giorni fa (a Torun, ndr), ma per come l’ho fatto".

Peccato per i tre errori a 2,38 (non riuscendo a eguagliare il primato italiano al coperto che ha realizzato nel 2016), ma aveva dato tutto prima. In pedana e nell’esultanza piena di rabbia con il lancio della canotta che gli costa anche un cartellino giallo. Ma va bene così. Ora un po’ di festa. Ieri sera si è concesso anche un hamburger, prima di iniziare a pensare agli Europei di Torun di inizio marzo.

Michele Carletti