Trent’anni di Armata Ultrà: "Modo di essere"

La curva osimana venne fondata per il calcio e poi passò al basket: "Rappresenta la nostra comunità"

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Trenta anni di Armata Ultrà. "Il 10 gennaio 1991 per la prima volta venne esposto lo striscione Armata Ultrà allo stadio Helvia Recina di Macerata" ricorda con un post social Paolo, per tutti Gimmy, uno dei capi dello storico gruppo ultras osimano. Arrivano centinaia di reazioni, decine di commenti tra i quali quello dall’attuale sindaco osimano Simone Pugnaloni: "Complimenti a tutti! Momenti bellissimi... speriamo che lo sport osimano torni ad avere palcoscenici che merita!". Un post che continua con la storia dello striscione che "fu fatto realizzare da Baldo e Panino, se ben ricordo. A distanza di 30 anni vorrei celebrare il ricordo di quello che è stato il più importante e longevo gruppo ultras osimano. All’inizio posso dire che tutto era meno che una "tifoseria organizzata". Molto dipendeva dai risultati altalenanti della nostra amata Osimana. Lo striscione fece anche qualche sporadica comparsa al Palabellini per seguire gli anni d’oro della pallavolo che sfiorò la A. Con l’Osimana caduta in disgrazia, lo striscione sparì per qualche anno".

Poi divenne gran protagonista con il basket. "Alla fine degli anni ’90 l’attenzione sportiva di Osimo si spostò verso l’ambiziosa Robur del presidente Bartoli. Il mitico striscione rosso con la stella acquista l’identità di un vero gruppo ultras. Con il primo ricambio generazionale del gruppo prendemmo la decisione di togliere la stella a 5 punte per non avere nessuna connotazione politica, sostituendo il simbolo con la più rappresentativa statua senza testa. Grazie agli incredibili risultati della squadra timonata da Alessio Baldinelli, l’Armata Ultrà divenne uno dei gruppi più ammirati e rispettati in tutti i palas d’Italia, con i nostri fratelli cremisi degli Sconvolts 1988 del Tolentino, sempre al nostro fianco nelle sfide più importanti". Un gruppo ultrà, un punto di riferimento, un fenomeno sociale e di aggregazione.

"Credo che la nostra curva sia stata un punto di riferimento per tanti giovani osimani. Uno spirito di appartenenza mai visto nella nostra città. Sparirono le rivalità tra i quartieri e frazioni. Eravamo tutti OSIMANI. Anche in discoteca, nei locali, erano guai per chi "toccava" un fratello osimano. Il gruppo aveva delle regole ben precise, sicuramente abbiamo avuto anche una funzione educativa per i più giovani. Chi esagerava con le "caz...." o con la droga veniva allontanato. Gente fatta scendere dal pullman perché non ritenuta all’altezza di rappresentare la nostra città in trasferta. Per me la curva è stata come una seconda famiglia per tanti anni. Km e km macinati al fianco di amici veri. A distanza di anni ancora mi fermo a parlare con delle persone che mi ricordano le tante avventure". Con un motto su tutti. "Non succede, ma se succede...". A Osimo è successo. Di avere un’Armata Ultrà.