Una Curva di emozioni che si fa sentire

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L’adunata all’arco di Traiano, poi in corteo fino all’ultima banchina del porto antico. Dai più grandi ai più piccoli. Una passione che si tramanda, mai sopita. Mai. Ne hanno fatta di strada gli ultras dell’Ancona. Ci sono sempre stati anche quando le cose giravano storte. Sempre lì, a tifare. E ci sono stati nei successi. A gioire, emozionarsi, a piangere di gioia. La strada dall’arco all’ultima banchina è più breve di quella lasciata alle spalle, almeno ieri sera. Con destinazione: la presentazione di quella cosa che difenderebbero e seguirebbero ovunque. Ricordano quei "fratelli scomparsi", con in testa Roberto Paci, mancato nel 2010. E poi l’attacco della nuova stagione è una sorta di re-wind della passata. Intonano "Gente di mare", si accendono i fumogeni. Sventolano i vessilli, le bandiere si agitano a festa nella nebbia delle torce bianco e rosse. E arriva il pullman a tagliarla quella nebbia, quel pullman magnifico. Nuovo di zecca. A bordo c’è la squadra. Il primo a scendere è mister Gianluca Colavitto, stringe mani. E’ disteso. Sereno e sorridente. D’altronde è il condottiero di questo gruppo, giovane, caricato di aspettative, e che vorrà stupire dal 4 settembre in poi. Non è l’unico condottiero, però. E non ce ne voglia. Condivide il "titolo" con il Cavaliere Armato. Il simbolo della Dorica. Tradotto in un coro della Curva Nord che echeggia su quell’ultima banchina del porto antico e carica a dovere i giocatori, nuovi e vecchi, la dirigenza, confermata e rinnovata. Tutti. "La gente come noi non molla mai", gridano. Lo gridano forte. Ed è vero. Sono pronti, e lo dimostrano. Ci sono sempre, e si fanno sentire.

Giacomo Giampieri