Appennino senza neve, danno da 50 milioni. Santanché: “Ecco come aiuteremo gli operatori sciistici”

Misure nell’arco di 2-3 settimane. E' quanto deciso all'incontro promosso dalla ministra del Turismo con i rappresentanti delle Regioni di Abruzzo, Emilia Romagna e Toscana. Bonaccini: “Sblocco di fondi per 3 milioni di euro”

Bologna, 11 gennaio 2023 - Non c’è neve? Subito misure in arrivo per sostenere le aree del turismo sciistico nell' Appennino. La stima dei danni è di 50 milioni di euro. E' quanto emerso all'incontro promosso dalla ministra Daniela Santanché con i rappresentanti delle Regioni del Centro Italia (Abruzzo, Emilia Romagna e Toscana), delle strutture ricettive, degli impianti e dei maestri di sci. L'obiettivo - ha spiegato Santanché - è innevare artificialmente le piste, finanziare gli impianti di risalita, prevedere ammortizzatori sociali per i lavoratori stagionali, agire per destagionalizzare i flussi turistici.

La risposta della ministra arriva una settimana dopo l’appello del governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, che aveva chiesto a gran voce lo stato di emergenza per andare incontro agli operatori turistici delle località sciistiche preoccupatissimi, appunto, per l’assenza di neve, nell’inverno più caldo di sempre. “Le Regioni non possono essere lasciate da sole - l’appello di Bonaccini e Corsini - Occorre un piano straordinario per far fronte a una situazione altrettanto straordinaria”.

Emilia Romagna: richiesta di sblocco fondi da 3 milioni di euro

Una moratoria dei mutui, la riduzione delle aliquote fiscali, la possibilità di anticipare le risorse nazionali in co-finanziamento per gli impianti sciistici, la cassa integrazione per i lavoratori stagionali e lo sblocco immediato dei fondi residui dei diversi bandi per i ristori Covid, che la Regione aveva gestito insieme ad Unioncamere e che per l'Emilia-Romagna ammontano a 3,3 milioni di euro.

Una misura, quest'ultima, che sarebbe oltretutto a costo zero, dal momento che sono stanziamenti già assegnati ma vincolati, per norma nazionale, ai mancati introiti da Coronavirus. Di fronte all'emergenza che sta colpendo le zone Appenniniche in tutta Italia, queste le richieste fatte dall'assessore regionale al Turismo, Andrea Corsini, insieme ai colleghi delle altre Regioni coinvolte e ai rappresentanti delle categorie economiche, che ha incontrato il ministro del Turismo, Daniela Santanchè, per presentare al Governo le richieste e le proposte dei territori e dei comparti produttivi.

Richieste che non si sono fermate alla gestione dell'emergenza, comunque urgente visto che arriva già a 50 milioni di euro la stima dei ristori necessari a livello nazionale. Più in generale, infatti, hanno riguardato anche il necessario cambio di passo nella promozione turistica dell'Appennino durante la stagione invernale, per arricchire l'offerta sciistica con altre e diverse opportunità.

Tra le iniziative presentate dall'assessore Corsini al ministro, l'utilizzo di fondi Pnrr e Fsc per la realizzazione di impianti sportivi nelle aree appenniniche, lo stanziamento di risorse nazionali per la riqualificazione alberghiera con premialità per le strutture in montagna e la creazione di un tavolo permanente per una strategia che porti a una macro-destinazione Appennino a livello nazionale.

"Si utilizzino i residui non assegnati dei bandi Covid”

"La situazione è drammatica, perché il contraccolpo di questa mancata apertura è stato durissimo su tutte le imprese della filiera e tutte le misure sulla fiscalità, così come i ristori, sono assolutamente necessari e urgenti -  hanno spiegato il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, e l'assessore Corsini -. Come Regione ci siamo fatti capofila davanti al ministro Santanchè di alcune proposte, a partire dallo svincolo dei residui non assegnati dei bandi Covid, che sarebbero immediatamente utili per le imprese coinvolte, anche se di certo non risolutivi".

"Via a nuove infrastrutture per diversificare l’offerta invernale”

Secondo il presidente della Regione e l'assessore regionale al Turismo, l'emergenza impone di iniziare anche un ragionamento complessivo sull'Appennino, che è la più grande infrastruttura naturale d'Italia. E quindi l'offerta sciistica deve restare fondamentale, ma gli investimenti non possono limitarsi solo al potenziamento della produzione della neve artificiale: "Servono anche nuove infrastrutture sportive e turistiche, come impianti sportivi, palazzetti per il ghiaccio, centri benessere, che ci permettano nel giro di qualche anno di arricchire e diversificare l'offerta invernale della nostra montagna".

"Qui in Emilia-Romagna siamo già partiti, ben prima di questa emergenza, con i lavori per un progetto di sistema sulla Destinazione Appennino, insieme ad Apt e alle tre Destinazioni turistiche". "Sono proposte di sistema - hanno aggiunto - perché nascono dall'ascolto e dal confronto con gli enti locali e gli operatori, e oltre a risolvere una emergenza vogliono avere una visione di medio e lungo periodo, perché l'Appennino in Emilia-Romagna e in tutto il Paese ha bisogno soprattutto di progettualità, oltre che di ristori". "Questa emergenza è un banco di prova importante per l'approccio del Governo al rapporto con i territori e con i loro problemi, e devo dire - ha concluso Corsini- che le primissime risposte dopo l'incontro sono state incoraggianti". Da parte dell'Esecutivo dovrebbero arrivare risposte in tempi rapidi.

La ministra Santanché: “Presto le risorse”

"Con la mancanza di neve moltissime località sciistiche degli Appennini non hanno potuto aprire: come Ministero vogliamo dare una mano in questa situazione emergenziale" all'Appennino: "Abbiamo analizzato qual è la situazione e i bisogni e per adesso ci siamo concentrati su quattro misure con cui vorremmo far sì che le risorse vengano messe a terra il prima possibile. In 2-3 settimane dobbiamo dare risposte". Lo ha detto Daniela Santanchè, al termine del tavolo convocato a Roma. "Come Ministero - ha spiegato - abbiamo il fondo per finanziare gli investimenti sugli impianti di risalita e sull'innevamento e abbiamo deciso che lavoriamo sul fatto che possiamo ristornare gli investimenti fatti nel 2022 e quindi poter dare subito loro questi denari investiti in modo da dare risorse fresche per non peggiorare la loro situazione". "Lavoriamo poi per vedere di poter liberare quei fondi fondi Covid che alcune Regioni hanno ancora in pancia ma che non possono essere utilizzate per altre finalità, è una cosa da fare rapidamente". Inoltre, ha spiegato ancora Santanchè, "abbiamo parlato ieri sera con il ministro del Lavoro sul problema degli ammortizzatori sociali, per i lavoratori stagionali non possono avere la cassa integrazione in deroga: vogliamo dare risposte ai lavoratori stagionali, come i maestri di sci, che non hanno lavorato un'ora".

Il piano per l’Appennino

Secondo il piano illustrato dal ministro Santanchè si lavorerà anche sul fatto che "rimanga sul territorio" il 50% delle risorse derivanti dalla riscossione dell'Imu dalle abitazioni dei Comuni "nelle zone disagiate" delle zone montane dell' Appennino: "Studieremo bene questa proposta, potrebbe essere una misura anche temporanea". "La politica deve avere una visione di lungo termine: tutti siamo concordi sul fatto che l'offerta turistica non deve solo essere legata alla neve, va cercata una destagionalizzazione, ma oggi - ha sottolineato - sarebbe impensabile pensare di fare offerte turistiche che non comprendano la neve nell' Appennino dove comunque il turismo bianco della neve fa ancora la parte del leone. Bisogna lavorare sulla destagionalizzazione e su un'offerta turistica che si arricchisca, dal cicloturismo alle spa".

"Un tavolo permanente per la montagna”

"Nel giro di 2-3 settimane dobbiamo dare risposte: il tavolo resta permanente, ora per gli Appennini ma poi si trasformerà per la montagna. In Italia il turismo in montagna è importante e bisogna fare molte cose. I dati" sulle presenze in montagna in questa stagione "ci confortano ma bisogna lavorare perchè il turismo è la prima azienda del Paese. Il governo c'è e risponde", ha concluso Santanchè.