Accordo sulle concessioni balneari: cosa cambia. Il nodo indennizzi

Mallegni: "Tolte parole che creavano difficoltà". Sugli indennizzi rinvio a decreti, confermata la proroga delle concessioni nel caso di contenziosi o di difficoltà

Uno stabilimento balneare (Fotowebnaz)

Uno stabilimento balneare (Fotowebnaz)

Roma, 26 maggio 2022 - E' stata trovata l'intesa sulle concessioni balneari: fumata bianca dopo l'incontro di questa mattina tra le forze di maggioranza. La Commissione Industria del Senato ha approvato il ddl concorrenza e conferito il mandato ai relatori a riferire in Aula. Il provvedimento sarà esaminato dall'Aula di Palazzo Madama lunedì prossimo. Dopo l'approvazione il testo sarà trasmesso alla Camera per il via libera definitivo, previsto - si apprende - tra la fine di giugno e i primi giorni di luglio. 

Nel testo messo a punto e presentato come sub-emendamento firmato da tutti i gruppi di maggioranza all'emendamento del Governo si delega l'Esecutivo a varare entro sei mesi decreti delegati "volti a riordinare e semplificare la disciplina in materia di concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali, per finalità turistico-ricreative e sportive, ivi incluse quelle affidate ad associazioni e società senza fini di lucro, con esclusione delle concessioni relative ad aree, strutture e infrastrutture dedicate alla cantieristica navale, all'acquacoltura e alla mitilicoltura". 

Il nodo degli indennizzi

Dal testo vengono eliminati tutti i riferimenti alle modalità di calcolo degli indennizzi che i concessionari uscenti dovranno ricevere dai subentranti, inclusi quelli all'avviamento dell'attività, al valore dei beni, a perizie e scritture contabili. Le modalità saranno stabilite dal governo con i decreti legislativi. L'emendamento originale del Governo prevedeva che l’indennizzo per le aziende balneari si calcolasse "sulla base delle scritture contabili" o "di perizia giurata redatta da un professionista abilitato, che ne attesta la consistenza". L’indennizzo sarebbe stato "a carico del concessionario subentrante" per "la perdita dell’avviamento connesso ad attività commerciali o di interesse turistico, del valore residuo dei beni immobili oggetto di investimenti per l’esercizio dell’impresa". Ma non vi era consenso sul valore aziendale per determinare gli indennizzi: Lega e Forza Italia chiedevano sia effettivo, quindi non al netto degli ammortamenti.

La proroga delle concessioni

Confermata la proroga delle concessioni al 31 dicembre del 2024 nel caso di contenziosi o di difficoltà nell'espletamento delle gare, già prevista nella prima versione della proposta di accordo presentata nei giorni scorsi dal governo. "In presenza - si specifica - di ragioni oggettive che impediscono la conclusione della procedura selettiva entro il 31 dicembre 2023, connesse, a titolo esemplificativo, alla pendenza di un contenzioso o a difficoltà oggettive legate all'espletamento della procedura stessa", viene ammesso che "l'autorità competente, con atto motivato, può differire il termine di scadenza delle concessioni in essere per il tempo strettamente necessario alla conclusione della procedura e, comunque, non oltre il 31 dicembre 2024. Fino a tale data l'occupazione dell'area demaniale da parte del concessionario uscente è comunque legittima anche in relazione all'articolo 1161 del codice della navigazione". Una novità, oltre alla motivazione dell'atto, è che il Ministro delle Infrastrutture deve trasmettere "alle Camere, entro il 30 giugno 2024, una relazione concernente lo stato delle procedure selettive al 31 dicembre 2023, evidenziando in particolare l'esito delle procedure concluse e le ragioni che ne abbiano eventualmente impedito la conclusione". Inoltre è prevista la trasmissione alle Camere di una "relazione conclusiva" entro il 31 dicembre 2024, "relativa alla conclusione delle procedure sul territorio nazionale".

Escluse società pubbliche già titolari di altre concessioni

Nella riformulazione, inoltre, le società pubbliche già titolari di altre concessioni vengono escluse dalla possibilità di partecipare alle gare. In sostanza, nel punto in cui si prevede per la scelta del concessionario la 'valorizzazione e adeguata considerazione' dell'esperienza già acquisita nelle attività oggetto della concessione si toglie il riferimento 'ad analoghe attività di gestione di beni pubblici'. "Se uno gestiva il gas o l'autostrada poteva venirsi a prendersi la spiaggia, cioè i grandi gruppi - commenta Massimo Mallegni, senatore di Forza Italia.