Israele sconta la magnanimità dimostrata in passato verso i suoi nemici. Spiego questa affermazione che può apparire estrema. Nel novembre 1947 la comunità internazionale, mediante una risoluzione dell'ONU, divise la Palestina geografica in due parti, assegnandone una agli ebrei e una agli arabi. I primi accettarono; i secondi no, quantunque la nazione araba possedesse un territorio esteso dall'Oceano Atlantico all'Indiano, quasi spopolato e ricchissimo di risorse. Respinta la partizione, gli arabi attaccarono Israele; furono sconfitti. Rinnovarono l'aggressione nel 1956, 1967 e 1973, sempre con esito a loro sfavorevole. Io credo che già nel 1947 Israele avesse titolo per dire: "Volevate occupare anche il nostro fazzoletto di terra e buttarci a mare. Avete perduto. Ora noi non vi torceremo un capello, però non si torna alla linea di partenza. Organizziamo insieme il vostro esodo, pacifico e il piú indolore possibile, verso i paesi arabi piú disponibili ad accogliervi". È il principio che fu applicato in Europa all'esito della seconda guerra mondiale. La Germania e l'Italia avevano aggredito i paesi a Oriente, ma ebbero spezzate le reni; dopodiché, non soltanto non poterono estendere il proprio territorio ma dovettero abbandonare parte dello stesso e farsi carico dei proprî cittadini venuti a trovarsi di là dai nuovi confini e sfollati. Carlo Lauletta, Ferrara
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