Assalto portavalori. "Banditi davanti a me col mitra". Il racconto: pregavo di non morire

La testimonianza di un 39enne a pochi passi dal Far West. "Secondi interminabili, scena da Anni di piombo"

Assalto in A1

Assalto in A1

"Ero a sei macchine da dove è successo tutto quel Far West. I banditi impugnavano i mitra davanti a me, li ho visti, erano almeno tre. Ho avuto davvero paura e ho temuto di morire, è stato un incubo". Così parla, ancora sotto choc, R. G., 39enne modenese che stava rientrando a Modena da Bologna. "Io – racconta il 39enne –, appunto, ero molto vicino rispetto al punto in cui è accaduto il finimondo. A un certo punto, io e la persona che mi accompagnava abbiamo notato che il traffico era molto rallentato nella corsia in cui ci trovavamo, quella centrale, e quindi ci siamo immessi in quella di sorpasso, a sinistra, che sembrava scorrere meglio. Invece, appena abbiamo cambiato la corsia di marcia ci siamo visti piombare davanti delle persone col mitra, saranno state almeno tre. Fortunatamente non eravamo proprio le prime macchine davanti a questi uomini armati, ma il terrore è stato comunque enorme".

"Abbiamo visto – prosegue R. G. – che i Tir hanno cominciato a fare retromarcia e a tamponarsi tra di loro. A un certo punto, una persona col mitra ha minacciato tre automobilisti che erano fermi davanti a lui, li ha fatti scendere dall’auto e ha dato fuoco alle loro automobili. Quando ho visto tutto questo io ho avuto una grandissima paura, ho messo la testa sotto al cruscotto e ho cominciato a pregare. Intanto, cercavo di dare un’occhiata, man mano che i secondi infiniti trascorrevano, a come si stava evolvendo la situazione".

E ha proseguito: "Dopo, scavalcando le recinzioni, sono uscito dall’autostrada, mentre la persona che con me è rimasta sull’auto. Non ci siamo fatti del male, ma lo spavento è stato enorme. Alla fine, ripensando a tutto quello che è successo, mi ritengo fortunato". Tra i primi ad accorrere sui cavalcavia dell’autostrada dopo il fatto c’è stato anche un consigliere comunale di San Cesario sul Panaro, Mirco Zanoli, che commenta: "Una scena del genere non me la sarei mai immaginata. Cose di questo genere le ho viste nei film degli anni Settanta, certo mai a San Cesario. Sono choccato per quello che ho visto. L’assalto al portavalori – ha aggiunto Zanoli – è un atto criminoso di proporzioni inaudite. Io mi sono avvicinato quasi subito a un cavalcavia dell’autostrada perché abbiamo fondato un gruppo di Controllo di vicinato e, appena hanno cominciato a essere udite delle esplosioni, sono cominciati a circolare fotografie e video di quello che stava succedendo".

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Anche Luca Cavedoni è stato tra i primi ad accorrere: "Vivo a San Cesario e sono andato su un cavalcavia prima che arrivassero i soccorsi. Così di primo acchito, non ho pensato a un assalto armato di un commando a un portavalori. Pensavo, infatti, a un incidente, ma non riuscivo a capacitarmi sulla dinamica di questo eventuale incidente. Vedevo infatti incendi di veicoli anche a un chilometro di distanza l’uno dall’altro e in entrambe le corsie".

Prende fiato, sbigottito. "Quando ho saputo – continua – che si è trattato di un assalto a un portavalori a quel punto la dinamica mi è sembrata in effetti più chiara. Ho temuto, in un primo momento, che ci fossero delle persone dentro alle auto che stavano bruciando, ma poi ho visto che non c’era nessuno. Per fortuna mi hanno riferito che non ci sono stati feriti né morti. L’autostrada era completamente deserta, la scena che mi si è presentata davanti agli occhi era surreale. Una cosa del genere l’ho vista solo nei film".