Yeman Crippa, l'orgoglio di mamma Luisa: "All'orfanotrofio capii che era speciale"

Luisa Fricchione, madre del campione di atletica: "Che gioia quando ci concessero l’adozione. Dopo la vittoria mi ha scritto: grazie"

Yeman Crippa e la mamma Luisa Fricchione

Yeman Crippa e la mamma Luisa Fricchione

Milano - ​"La prima volta che ho visto Yeman fuori dall’orfanotrofio di Addis Abeba mi hanno subito colpito i suoi occhi da furbetto. È di una simpatia rara ed è bellissimo. L’ho sempre pensato. Ma io sono un po’ di parte: sono la mamma". 

La famiglia Crippa qualche anno fa (Yeman è il primo a destra)
La famiglia Crippa qualche anno fa (Yeman è il primo a destra)

Luisa Fricchione, 60 anni, è la mamma di Yeman Crippa, campione europeo dei 10mila metri, che ha adottato insieme all’ex marito Roberto Crippa nel 2003 in Etiopia, quando era un bambino di neanche 7 anni. Al suo fianco c’erano le sorelle Mulu e Mekdes, adottate quello stesso giorno dalla coppia poi tornata a prendere anche gli altri fratelli, sorelle e cugini (Neka, Kalamu, Gadissa, Elsa e Asna) rimasti senza nessuno dopo la guerra civile. Una grande famiglia che poi è cresciuta ancora accogliendo Uonishet, la nona figlia, purtroppo morta in un incidente stradale alcuni anni fa durante una vacanza in Etiopia. Domenica Luisa ha fatto il tifo da lontano. "Sono impegnata con il lavoro: assisto persone con problemi psichici e mi occupo di pulizie negli uffici".

Ha sentito suo figlio dopo la vittoria?

"Ci siamo scambiati dei messaggi. Mi ha scritto “Grazie mamma“, con un cuoricino, e io gliene ho mandati tanti, di cuori. Non ha ancora avuto un attimo di respiro e so che ha giustamente festeggiato il suo trionfo. Io sono orgogliosa di lui come di tutti gli altri miei figli. Il giorno della gara ci siamo parlati in videochiamata, al mattino. L’ho incoraggiato e l’ho anche preso in giro dicendogli di non tirarsela troppo. Lui era sorridente, anche in quel momento pre-gara non aveva perso il suo senso dell’umorismo. Ultimamente il nostro rapporto è speciale. Prima della partenza per Monaco è venuto a pranzo da me e ci siamo abbracciati. Per me significa molto perché sono sempre stata una mamma di poche parole e ho sempre fatto fatica a esternare i miei sentimenti. Ma in quell’abbraccio mi sono sciolta".

Quando è cominciata la passione di Yeman per la corsa?

"Fin da subito si è appassionato allo sport. Giocava anche a calcio e ricordo che il suo allenatore di allora, Marco Borsari, il primo a intuire il suo grande talento, gli disse di scegliere tra calcio e atletica per potersi dedicare in maniera completa a uno dei due sport. Mio figlio scelse la corsa. Ha iniziato allenandosi al centro sportivo Sesena a Tione di Trento".

E cosa le raccontava, dopo i primi allenamenti?

"Mi diceva “mamma, corro da solo“, perché era già una scheggia e si trovava in pole position staccandosi subito dal resto del gruppo. Ma non si vantava, è sempre stato umile e con la battuta pronta. Quegli occhi da furbetto che ho visto il primo giorno ha continuato ad averli".

Ricorda il momento in cui arrivò il nulla osta per l’adozione?

"Altroché, è stata un’emozione grandissima per me e il mio ex marito. Eravamo sulla curva di Montagne (frazione del comune di Tre Ville, Trento, ndr), vicino alla chiesetta di Larzana quando ricevemmo la telefonata: la nostra domanda era stata accettata. Eravamo al settimo cielo. Da Milano, nostra città di origine, ci siamo trasferiti a Montagne, in una casa da 300 metri quadri e con 2mila metri quadri di giardino coronando il sogno di avere una famiglia numerosa e vivendo in una regione in cui la qualità della vita è ottima".

Dopo la vittoria di Yeman ha ricevuto messaggi anche da sconosciuti?

"A decine mi hanno scritto su Facebook per congratularsi, anche dagli Stati Uniti. Risponderò a tutti".

Un suo desiderio?

"Mi piacerebbe poter incontrare il rapper Ghali, di origine tunisina, e la sua mamma. Secondo me abbiamo molto in comune".