{{IMG_SX}}Ascoli Piceno, 15 febbraio 2007 - Il carnevale ascolano, sorto sulle ceneri degli antichi Saturnalia , dei Saturnalia, conserva il brio e l’esorcizzazione di insicurezze, di paura e di morte. Che rimpianti e morte serpeggino tra risa e lazzi carnascialeschi, lo dimostra la presenza delle machere che riaffiorano dal regno dei morti, a ricordare tempi passati, a far baccano e a infastidire. Figure inquietanti che annullano i confini del tempo, che mescolano presente, passato e futuro in una dimensione amibigua e trasgressiva. Nota dominante del carnevale ascolano è l’aspetto liberatorio. Altre caratteristiche peculiari sono la creatività e la vena satirica.

L’elemento liberatorio per gli ascolani è molto forte , al punto che da sempre hanno mal tollerato organizzazione e disciplina della festa, e solo pochi di essi si arrendono ai gruppi. La massa, irriducibile, quella per cui regole e divieti sono i divieti e le repressioni quotidiane, folleggia liberamente e la creatività non ha limiti. A Venezia affascinano eleganza e raffinatezza delle maschere, qui il fascino del Carnevale si dispiega nella fantasia e nell’estro delle persone cui bastano un telo, uno scambio di abiti (slip e reggiseno per uomini e baffi e cravatta per donne) una parrucca e un oggetto di casa, per vivere una parte nascosta di sé e recitare copioni proibiti. Si ribaltano i ruoli e girano e strepitano per la città, ricchi professionisti, laceri con vesti unte e bisunte che gridano attacchi e poveri e morti di fame che si improvvisano ricchi, che per un giorno si sentono forti e ridono della propria miseria. Con ironia, anzi autoironia, un talento che l’ascolano doc possiede ma che esprime solo sotto una pioggia di coriandoli e con la faccia dipinta. Questo ascolano a Carnavale sale sulla scena di Ascoli e si fa protagonista dei suoi desideri e dei suoi guai e dei suoi guai ride. Come "Lu Sfrigne" la maschera tipica ascolana che mostra inventiva, indigenza e vis "comica". Lu Sfrigne, è un pezzente, vestito di stracci che vende aringhe marce, appese a un ombrello e ride.