{{IMG_SX}}San Benedetto del Tronto, 18 luglio 2007 - Nuovo appuntamento con la rassegna Incontri con l’autore' organizzata dalla libreria 'La Bibliofila' (di Mimmo Minuto, nella foto) alla Palazzina Azzurra, nell’ambito del cartellone di iniziative estive 'Scenaperta' dell’Amministrazione comunale di San Benedetto. La presentazione di libri da parte dei loro autori continua a riscuotere un grande successo di pubblico ad ogni occasione. Giovedì 19 luglio alle 21,30 sarà di scena Gigi Garanzini, autore del libro E continuano a chiamarlo calcio. Storie e personaggi di un gioco geneticamente modificato, pubblicato da Mondadori (2007, 137 pagine, 14 euro). La serata sarà presentata dal giornalista Pasquale Bergamaschi, l’ingresso è libero.

 

Gigi Garanzini si definisce “un piemontese del nord trapiantato nel Piemonte del sud”. Giornalista, lavora a Radio24 e Sky Sport. Ha pubblicato Il romanzo del vecio nel 1997 (dedicato a Enzo Bearzot) e Nereo Rocco. La leggenda del Paròn, nel 1999. Dopo un'estate passata ad aspettare che l'ufficio indagini della Figc portasse alla luce qualche nuovo inquietante dettaglio di quel capillare sistema politico-affaristico ribattezzato dai giornali 'moggiopoli' e un inverno trascorso osservando increduli gli stadi abbandonati dalle famiglie e popolati ormai solo da gruppi paramilitari dediti all'odio verso le forze dell'ordine; dopo aver aspettato scettici l'esito dell'ultimo vertice di governo convocato in emergenza, come avviene solo di fronte alle grandi crisi pubbliche; dopo aver preso atto che trattasi ormai di una disciplina a porte chiuse, non ci resta che domandarci se abbia davvero senso continuare a chiamare 'calcio' un gioco che - difficile dire quando e dove - è stato senza dubbio 'geneticamente modificato'.

 

Gigi Garanzini traccia la mappa di un mondo che sembra aver perso la sua identità per assumerne un'altra, ancora molto indefinita, ma che di sicuro non ci piace affatto. Un mondo in cui ogni malcostume nazionale pare aver trovato l'espressione più compiuta e definitiva, popolato da "buoni a nulla capaci di tutto" e abbandonato ormai da tempo da ogni residuo spirito di semplicità, dal buon senso, dal gusto del divertimento. E se l'incauto presidente della Lega calcio, il giorno dopo l'omicidio dell'ispettore di polizia Filippo Raciti, ha detto quello che veramente pensava, cioè che i morti in fondo fanno parte di un grande sistema, Garanzini ci mostra come una simile follia sia soltanto un traguardo volante, non ancora il punto d'arrivo, la fossa delle Marianne dove almeno sperare in un rimbalzo che dia il la alla risalita. Un circo impazzito all'ingresso del quale il banditore, in costume da clown, richiama a gran voce il suo pubblico: "Venghino venghino, più gente entra, più bestie si vedono".