{{IMG_SX}}Roccafluvione (Ascoli Piceno), 24 gennaio 2009 - Solo nella tarda serata di ieri, i medici legali Claudio Cacaci, Dora Mirtella e Rino Froldi hanno terminato l’esame autoptico sui corpi di Gabriele Reggimenti, 65 anni, e della moglie Gerda Jepp, di 60 anni. I due sono stati ritrovati morti nella mattina di giovedì nella loro abitazione in via Montale a Roccafluvione dal figlio ventiquattrenne Marco: il padre impiccato in bagno con un filo elettrico attorno al collo e la madre nel letto, uccisa con un colpo alla testa.

 

I risultati dell’autopsia saranno resi noti solo oggi, dopo che il sostituto procuratore Carmine Pirozzoli li avrà valutati, e consentiranno di chiarire l’ora del decesso dei coniugi Reggimenti e le cause della loro morte, così da fugare ogni possibile dubbio.

 

La prima ipotesi considerata dagli inquirenti, quella dell’omicidio-suicidio, è stata comunque avvalorata dall’esame autoptico e oggi il magistrato potrà dare l’autorizzazione per restituire le salme ai famigliari per consentire così lo svolgimento dei funerali che, secondo le prime indiscrezioni, dovrebbero svolgersi a Fano a Corno, frazione di Isola Gran Sasso, paese natale di Gabriele Reggimenti.

 

Intanto, sono emersi nuovi particolari riguardo al movente che ha spinto Reggimenti a compiere il drammatico gesto: gli investigatori hanno infatti scoperto che lo stato depressivo manifestato dall’uomo era condiviso anche dalla moglie, malata da tempo di diabete. La sofferenza fisica e la crescente paura di non riuscire più a far fronte ai bisogni economici della famiglia sarebbero state le scintille che hanno fatto scoppiare nella mente di Reggimenti la follia omicida. Tuttavia, dalle indagini, è emerso anche come la famiglia non versasse in alcun problema economico.