Ascoli calcio: cuore d’oro, ma davanti è notte fonda

Il pareggio in extremis è veramente l’unica nota lieta di giornata, insieme alla giornata d’autore di Sarr.

Mister Valerio Bertotto dell'Ascoli

Mister Valerio Bertotto dell'Ascoli

Ascoli, 22 novembre 2020 -  ABBRACCI. L’arbitro fischia la fine. Valerio Bertotto corre verso i suoi difensori e se li mangia di abbracci. Uno ad uno. La scena sembrerebbe legittima. Giustissima. Riesci a pareggiare una partita del genere, a rimetterla in piedi quando niente e nessuno ti darebbe mezza lira di fiducia, ed esulti. Eppure Pucino abbraccia il mister il minimo sindacale. Brosco, stremato, pure. Kragl è con le mani alle ginocchia quando il mister arriva. E si congiunge con l’ex difensorone dell’Udinese a fatica. Perdonateci la malizia, ma abbiamo visto abbracci per pareggi insperati molto più passionali, con o senza il fattore Covid ad incidere.

Ascoli-Entella 1-1, il Picchio si salva grazie ad una papera di Borra

SCETTRO. La verità è che in questo momento, senza la spinta di un ambiente silenziato per ovvi motivi, questa squadra, l’Ascoli di Valerio Bertotto, ancora non ha capito cosa deve fare per avere un gioco offensivo. E questa è una pessima notizia perché il primo tempo di Brescia, all’esordio assoluto, sembrava aver indicato una strada maestra che non avrebbe dovuto essere disconosciuta. Due esterni con classe e spunto. Tanti cambi di fronte. Inserimenti degli incursori che sanno abbinare qualità e quantità. E con la condizione, qualche sovrapposizione che consentisse al centravanti di avere cross tagliati per aggredire lo spazio aereo. Con la variabile Sabiri, entrato dopo nello scacchiere, capace di prendersi col tempo di due finte di corpo, lo scettro di “Signore del calcio offensivo Piceno” lasciato in maniera sanguinosa (per tutti noi e anche per lui, se ne accorgerà), da Nikola Ninkovic.

ZIDANE. Il tutto, con la certezza di avere due o tre “nuovi” davvero azzeccati da integrare ai vari Leali, Brosco, Cavion, Pucino, Gerbo, uno che l’anno scorso ha vinto il campionato giocando spesso da titolare. E invece no. Anche stavolta carte mescolate, situazioni legate a fattore virus che incidono, vero, come inciderebbero in qualsiasi altra squadra, e identità offensiva pari a zero. La dimostrazione? Ci sono tre giocate con la “G” in novanta minuti di partita. Due imbucate, una per Cavion, una di Buchel e uno slalom di Sabiri che dribbleggia e dileggia gli avversari peccando però del famoso “tocco in più” che nelle aree nemiche è spesso sinonimo di insuccesso. Per pareggiare, da veri eroi, in nove contro undici, serve una superpaperona di Borra su punizione “malandrinata” da Chiricò e calciata proprio da Sabiri. Proprio Chiricò, colui che si è reso conto che in questa condizione per essere pericolosi davanti bisogna usare l’unica arma a disposizione: una bella punizione velenosa. A Frosinone, a Kragl, la sfortuna voltò le spalle. Stavolta allo Zidanino tedesco no.

Ma scusaci, Ascoli, se pensiamo che sia davvero troppo poco, per una squadra costruita “con lo stesso budget dell’anno scorso”. Non possiamo accontentarci di vedere che Sarr è davvero un buon portiere. Anche perché un portiere titolare (forte) l’Ascoli ce lo ha già...