Ascoli Calcio, Rosseti "imita" Ninkovic

L'espulsione dell'attaccante cambia lo spartito della gara che i bianconeri avevano iniziato a dominare

Mister Vivarini

Mister Vivarini

Ascoli, 9 dicembre 2018 - “Eccomi qua, sono venuto a vedere lo strano effetto che fa...”. Dovevamo, tutti, aspettarci un orizzonte inesplorato. Quello di vedere l'Ascoli giocare una partita senza il suo giocatore faro, in un campo difficile per tutti, contro un avversario che si è reinventato a stagione in corso. Ecco, non è che l'Ascoli che ha perso a Venezia ci abbia fatto scoprire l'acqua calda. Senza Ninkovic è una squadra molto meno incisiva, molto meno capace di infiammarsi ed infiammare le partite. Eppure c'è del buono nel paniere che Vivarini e i suoi riportano dal Penzo: dopo un avvio difficile, in cui Brosco, D'Elia e Valentini (non colpevolizziamo troppo Kupisz perchè è adattato si fanno infilare come mai accaduto, centralmente, in questo avvio di stagione), Vivarini capisce il problema e abbassa i suoi dietro alzando quelli dalla cintola in su. La risultante è che il Venezia, che sembra voler fare un sol boccone dei bianconeri (venendo sempre stoppato in maniera perfetta da Lanni), viene praticamente reso inoperoso fino all'episodio che cambia la storia della partita. Se giochi a calcio, caro Rosseti, devi conoscerne ed applicare le regole. E le regole dicono che se calci la palla lontano, a gioco fermo, puoi anzi devi essere ammonito. E non importa se sei entrato da tredici minuti e se la tua prima ammonizione è stata discutibile. Se calci il pallone lontano a gioco fermo, è giusto che ti becchi il giallo. E il conseguente rosso. Un rosso che stoppa l'Ascoli nel momento in cui la squadra è evidentemente in dominio anche nella zona offensiva del campo. Questo è il problema grosso di Vivarini, al momento. Far capire ai suoi giocatori che il campionato è già sufficientemente equilibrato e denso di insidie per la qualità degli avversari, che sarebbe il caso di evitare di “mettere il carico”in maniera autolesionistica. Non serve rimarcare la bellezza dell'appassionante seguito dei tifosi che, anche oggi, hanno colorato di bianconero la Laguna. Peccato anche e soprattutto per loro. Peccato perché Venezia, senza Ninkovic, avrebbe rivelato al popolo piceno il vero valore di questa squadra. Un valore che c'è, è insindacabile, ma avrebbe meritato un punticino nell'umido pomeriggio di Venezia per accendere il Natale Bianconero fatto di tre partite interne in poco più di venti giorni... Daniele Perticari