Ascoli, chiarezza su Dionisi e sostegno a Bucchi

La squadra bianconera è ancora imbattuta, ma non tutti sembrano convinti

Capitan Federico Dionisi (Ascoli Calcio)

Capitan Federico Dionisi (Ascoli Calcio).

Ascoli, 21 agosto 2022 - Al fischio finale, tutti contenti. Il giorno dopo, tutti col muso “storto”. E’ sempre così, ad Ascoli, per questione di dna o di cultura sportiva e un po’ ci aspettavamo che il post partita contro la Spal avrebbe riservato una situazione simile. CIGLIA. E’ un punto guadagnato o sono due punti persi? Nessuna delle due, secondo noi. Perché la partita contro la squadra di Venturato avresti potuto vincerla o perderla in un battito di ciglia. Segna Dionisi? Vinci. Segna Rabbi? Con le mani, ciao, ciao. Ed è per questo che nei programmi elettorali dovrebbero inserire da subito un punto, valido per tutti. “Nicola Leali non si discute! Mai!”. TEMPESTA. Veniamo al punto. Annoso. Che si fa con capitan Dionisi? La scelta di Bucchi di ieri, di privilegiare “Tsadjout” Gondo rispetto a Federico Piede Amico è una sentenza. Il nueve non è più intoccabile e punta splendente dell’albero di Natale bianconero. Gli spifferetti di mercato fanno il resto. Dionisi, per come lo abbiamo conosciuto, è uno che sta davanti. Sempre. Col sole e la tempesta. E a mezza strada (sia calcistica, che contrattuale) non ce lo vediamo. Magari sbagliamo. Ma è bene fare da subito chiarezza, così come è stato chiarissimo "tecnicamente" mister Bucchi. Perché se l’Ascoli cerca una punta forte forte e gioca con un solo terminale e due esterni, non serve essere geni dell’aritmetica per capire le cose. FUOCO AMICO. E poi, perché Bucchi deve già ripararsi dal fuoco amico? Quattro punti in due partite, con una squadra che ha cambiato pochi uomini ma molto nello stile di gioco e come tante altre ancora deve trovare la sua identità tecnica (due cose su tutte: come ottenere benefici quando muove il possesso palla e come attivare Bidaoui al meglio), sono un bottino che merita rispetto. Rispetto per il lavoro da portare avanti, anzitutto. E rispetto perché fare risultati, in provincia, col mercato aperto che “tocca” due dei tuoi giocatori migliori (perché Saric e Dionisi questo sono) non è mai facile. Per nessuno. Nessuno. Daniele Perticari