Ascoli Livorno 1-1, Ninkovic è un problema. Ciciretti… pure!

La lettura della prestazione dei due dell’allenatore non ci trova d’accordo. Vi spieghiamo il perché

Ascoli Calcio

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Ascoli, 10 marzo 2019 - “Non era la partita per Ciciretti”, “Ninkovic ha giocato un sacco di palloni e ha fatto la sua partita”. Non lo abbiamo detto noi, sono parole di mister Vincenzo Vivarini. E noi, concedetecelo, non siamo d’accordo. Per nulla. Affatto. Con rispetto, non siamo d’accordo.

LEGGI ANCHE Pareggio per 1-1 tra Ascoli e Livorno (FOTO) Parliamo anzitutto di Ciciretti. E’ un brevilineo, non è dedito al controllo in corsa della palla dai 15 centimetri in su. Se riceve la palla fronte alla porta, agli avversari, all’intero esercito di qualsiasi nazione europea, al mondo, può mandare in confusione chiunque. Ma deve ricevere palla bassa, sui piedi, innescarsi per innescare, deve decidere lui il tempo della giocata, preferibilmente da destra a sinistra. Insomma, deve essere messo nella condizione di guardare il mondo che lo separa dalla porta “dei loro” e decidere come farsi beffe, di loro. E invece no. Oggi ha ricevuto solo palloni alti, sporchi, brutti, da controllare mentre rimbalzavano come se fossero posseduti da un incantesimo malefico. E un giocatore come Ciciretti, con dei palloni che fanno così, soffre come un marito all’Ikea la domenica pomeriggio (occhio Amato, che se tra poco ti sposi, toccherà anche a te!). Parliamo di Ninkovic. Ha un dolore cane alla costola e un po’ gli fa anche male la schiena. Gioca quindi al di sotto delle sue possibilità atletiche che già non sono quelle di Frattesi o Addae. Il calcio gli scorre nelle vene, ma se il fisico non lo sorregge e, obiettivamente, gli avversari lo martellano dal fischio iniziale, diventa tutto più difficile. E siccome l’Ascoli, almeno finché Vivarini lo schiererà in questo modo, dipende maledettamente da quanti dolcetti Ninkovic sforna in novanta minuti sul prato, questo diventa un grande problema. Perché rimane comunque un fenomeno col pallone tra i piedi, ma in questo momento non accende i compagni. Sì, il calcio dei piazzati è sempre pulito (e l’Ascoli va in gol, oggi, su piazzato), ma non basta. Non basta. Non basta. Se ha bisogno di riposare, deve farlo e l’allenatore deve pensare ad un Picchio diverso, finché la serranda della cioccolateria di Bogatic resterà “chiusa per ferie”. Per questo, proprio dopo una partita come quella contro il Livorno, in cui gli unici ad accendere la luce nella ripresa – quando serviva mettere all’angolo l’avversario – sono stati gli elettricisti del Del Duca che hanno messo “on” i riflettori pur col sole splendente, serve una profonda riflessione: quanta benzina ha, ancora quest’Ascoli? E per quanto tempo può permettersi di non avere in campo il suo attaccante migliore? E’ questo il livello massimo del gioco – e di conseguenza dei risultati – che Vivarini può garantire con questa squadra? Un po’ di timore, osservando il secondo tempo di oggi, inizia a venirci. Ma è pur vero che questa squadra ha dimostrato di potersela giocare (e poter vincere) contro chiunque. A patto che in campo ci siano “Undici leoni” e “Gente che lotta”.