Ascoli, Zanetti infiamma il Piceno

L'allenatore trova la chiave per ribaltare l'inerzia della partita del Menti. E i bianconeri dilagano: la classifica è da sogno.

Da Cruz

Da Cruz

Ascoli, 21 settembre 2019 - Sono sette giorni decisivi. Decisivi. Perché dopo il posticipo di Cremona non basteranno pompieri, ghostbusters, volontari e chiunque volesse adoperarsi per spegnere l’incendio emotivo che questo Ascoli, l’Ascoli di Paolo Zanetti, Massimo Pulcinelli, Giuliano Tosti, Nikola Ninkovic e tutti gli altri, potrebbe far esplodere in un territorio che ha troppa voglia, troppa smania, troppa necessità, di tornare a vivere una stagione di quelle da crocette sul calendario in attesa “della domenica”, anche se la partita non è di domenica. Spezia al Del Duca martedì, Cremonese nel posticipo del 30 settembre. Sette giorni per capire se davvero il campionato dell’Ascoli è davvero lassù, dove questa generazione di nuovi tifosi non è mai stata, lassù nell’olimpo delle più forti della serie B. MANONA. E’ quasi sempre quella e anche se non fosse stata sempre quella non ci importa nulla. Il primo gol della partita del Menti non lo ha segnato Da Cruz, oggi. E non lo ha segnato neanche Leali con la sua, di mano, che nel primo tempo ha evitato che il risultato al riposo potesse essere “Juve Stabia 3-Ascoli Calcio 0” (senza rubare nulla, tra l’altro, ndr). Il primo gol oggi l’ha segnato il diesse Tesoro quando finalmente ha dato all’Ascoli un portiere forte tanto quanto Ivan Lanni, consapevole che Lanni è tra i più forti della cadetteria, ma solo quando gioca. Perché purtroppo in una stagione troppe volte, Lanni, non riesce ad esserci. Attenzione, perché l’uomo dalla manona, Nick Leali, è ad Ascoli per fare il titolare. Parate tecniche, psicologiche, un po’ di suerte e tanta precisione. Per questo Tesoro ha segnato non solo un bel gol, ma con quella mano che ha firmato il contratto di Leali ha segnato… “un golaço amisci!”. ADRIANO! Nell’era dei centravanti che fanno reparto da soli con i trequarti che arrivano come schegge impazzite da dietro ad aggredire gli spazi, Paolo Zanetti dimostra di avere farina dentro al sacco. E vara il “No-nueve”. Altro che falso nueve spagnoleggiante con il centrale che si abbassa per fare inserire gli interni. No, il Picchio che si presenta al Menti, a volte, ha Ninkovic, Chajia e Da Cruz in cinque metri quadrati. Il dettame, palla al piede, è chiaro. “Possesso e Alessio che fa il gatto dietro la linea loro”. Pardon. Alessio Da Cruz, la reincarnazione del mix Alen Boksic-Ronaldo “Il Fenomeno”, non fa il gatto. Fa la pantera. Il colore bruno glielo ha regalato madre natura. “Toc, toc, Signor Mario Adriano Bonfiglio? Sarà mica ora di designare il suo erede?”. DOMENICA. Domani uscite di casa, sportivi ascolani. E dopo tanto, forse troppo, tempo, sorridete a tutti. A tutti. Siete gli uomini marketing di una malattia che può davvero contagiare altre migliaia di persone, ma soprattutto altri migliaia di bambini. Quest’anno, al Del Duca, c’è il calcio vero. Si gioca, si soffre, ci si diverte e, se il buongiorno si vede dal mattino, si vince. E’ vero: da quando Baggio non gioca più non è più domenica. Ok, il martedì sera è difficile organizzare un esercito che, in molti casi, fa centinaia di chilometri per curare la sua malattia “ascolista”. Ma questo è il momento. Ora o mai più. Domani è domenica, uscite col sorriso. L’Ascoli è lassù. Con merito. E non vuole far girare le pareti. I suoi sogni, stanotte, non sono appesi. Stanotte no. Almeno fino a martedi. Ed è bellissimo.