Ascoli-Benevento 2-4. Grande salvezza, ma ridateci il calcio

La squadra bianconera ottiene la permanenza grazie alla vittoria di Venezia e Chievo Verona su Perugia e Pescara

Gol di Morosini

Gol di Morosini

Ascoli Piceno, 31 luglio 2020 - Un tempo c’erano le radioline. E speravi che dai campi dove c’era il “divieto di novità” non sarebbe mai arrivata alcuna interruzione con il sottofondo urlante della gente che poteva significare la vita o la morte. LEGGI ANCHE Ascoli Benevento, 2-4. Sospiro di salvezza per il Picchio

FANTOZZI. Oggi, nell’era ipertecnologica, dite la verità, alle 22,40 avevate: un televisore sintonizzato su Dazn per osservare il Benevento passeggiare al Del Duca, un pc portatile con la diretta di Venezia-Perugia e il cellulare aggrappato, sempre su Dazn, a Chievo-Pescara. Mancavano frittatona di cipolla, birrozza ghiacciata e rutto libero (sicuri che mancavano?) per fare il quadretto fantozziano perfetto per una serata comunque emozionante. Ci ha messo del suo, l’Ascoli, a far arrivare all’ultimo secondo del campionato più estivo della storia, tutti i tifosi e gli addetti ai lavori con qualche battito in eccesso sull’elettroencefalogramma. Ma viva Dio, se è questo il prezzo da pagare per vivere ancora qualche piccola emozione, siamo pronti. PASTICCERIA. Una cosa va detta: i playoff erano a 54 punti, gli stessi che sarebbero arrivati se il filotto di vittorie fosse proseguito con Pordenone, Pisa e Benevento. Così non è stato e se c’è qualcosa che vale l’intera stagione e la meravigliosa rincorsa firmata da mister Dionigi con il diesse Bifulco al suo fianco, lasciateci pensare che non sia un gol, ma un assist, anzi visto che stasera la pasticceria è rimasta chiusa, chiamiamolo con il suo vero nome: un cioccolatino. Quello di Nikola Ninkovic per Gianluca Scamacca al Marulla di Cosenza. Ecco, quella è la cartolina che sinceramente ci porteremo dietro di una stagione travagliata ma che può e deve essere vissuta come bella senza sprecare quanto di buono fatto in questi ultimi due mesi. Con Dionigi, per forza. E con il maggior numero possibile di giocatori che si impegnano in silenzio come Trotta, Morosini, Eramo, Brlek, Brosco, Cavion. Gente che difficilmente ha titoloni sui giornali ma che spesso ha sassolini pesantissimi da mettere sulla bilancia. MATTIA. E’ stata una bella cavalcata, con brivido finale, poco ma sicuro. Eppure, lasciateci dire, che ai giocatori sopra ne andrebbe aggiunto uno. Che il bianconero non lo ha mai indossato eppure toccherà sempre e per sempre ricordarlo come “amico”. Si chiama Aramu di cognome, Mattia di nome. Un bel nome, Mattia, l’”amico dell’Ascoli”. Colui che “salva l’Ascoli” pur non avendoci mai giocato. Si scherza, ovviamente. Perché questa è la notte dei festeggiamenti. Davanti alla tv. Al bar. Davanti al pc o al cellulare, per chi di meglio non ha. Ecco, salutandovi lasciateci dire una cosa: è stato bello salvarsi, ma ora basta. Lo stadio senza gente non fa per il calcio. Quello che abbiamo visto dopo il lockdown è un altro sport. E non ci piace. E’ uno sport destinato a morire. “Undici in campo ma tutti con te, gloria per sempre sarà”. "Tutti-con-te". Al Del Duca. In trasferta. Ma lì, con te. Viva il calcio!